Oggi ho fatto quattro chiacchiere con un operatore che lavora in una qualificata banca d'affari italiana. E ho avuto l'ennesima riprova, ammesso che ve ne fosse ancora bisogno, che molti ritengono difficile un default del nostro Paese, il quale è troppo grosso per fallire. Una condizione che se si verificasse, trascinerebbe nel baratro molte banche europee e mondiali. Il nostro debito pubblico pari a circa 2100 miliardi di euro è detenuto per il 40% da banche italiane, per il 50% da banche e intermediari esteri come fondi di investimento o consimili e solo per il 10% dalle famiglie italiane. Se vi fosse un default italiano le banche straniere e ditaliane salterebbero per aria. E quindi, è veramente impossibile che ciòavvenga? Io non ne sarei così sicuro. Anche perchè se la situazione della finanza pubblica peggiorasse ulteriormente e il debito venisse ulteriormente declassato, a livello spazzatura per intenderci, alcuni fondi di investimento e la stessa Bce, anche in virtù di una serie di regole interne, non potrebbero mantenere in portafoglio i titoli italiani. Il che farebbe schizzare in sù gli interessi che lo Stato deve pagare pur di collocarli sul mercato. Questa è ahimè una potente arma di ricatto che le varie lobby intenazinali hanno nei confronti dell'Italia. Il che paradossalmente mantiene viva la macchina della spesa pubblica fuori controllo. Pensandoci bene fa comodo anche ai tedeschi e ai cinesi tenerci in piedi ma in uno stato di sussistenza. In questo modo possono, come stanno già facendo, comperare le nostre migliori aziende a prezzi da saldo. Cui prodest cambiare? Ai piccoli produttori e commercianti che non possono delocalizzare, alla borghesia delle professioni che vede ridotto il proprio potere di acquisto, ai disoccupati. Il problema è che oggi manca chi possa rappresentare questi blocchi sociali. Serve un nuovo partito in grado di intercettare i voti di questi gruppi di elettori. Per questo in mancanza di vere novità l'astensionismo sarà sempre più alto. Ma forse per Renzi, Grillo e Berlusconi questo è il problema minore.
La commissione parlamentare antimafia ha reso pubblica la lista dei cosiddetti impresentabili , cioè dei candidati sui quali pendono giudizi o addirittura condanne anche se non ancora definitive. Sono 17 in tutto: 12 del centro-destra e 5 del centro sinistra. Tra questi spicca il candidato governatore della Campania, il sindaco (anzi ex ) di Salerno, De Luca. Non intendo soffermarmi sull'aspetto legale o etico ma, a poche ore dal voto, vorrei sottolineare che De Luca è stato votato legittimamente e democraticamente sindaco di Salerno e poi sempre dagli elettori campani candidato governatore del Pd . Anche ammettendo che non tutto sia stato fatto alla luce del sole, non si può non affermare che De Luca non abbia ottenuto un largo consenso popolare da parte dei cittadini campani. A questo punto mi chiedo: se De Luca è impresentabile cosa sono i suoi elettori che pure, credo, siano a conoscenza dei gravi reati a suo carico? De Luca è rientrato nella lista non per l’ultima
Commenti
Posta un commento