Quanto accaduto ieri durante la serata informativa organizzata a Cassola sul tema delle popolari venete lascia basiti. Per il sottoscritto essere lì sul posto ha reso la cosa ancor più preoccupante. Una persona che pur lucida nella disperazione annuncia di essere disposta a togliersi la vita per un problema finanziario ti lascia poche parole. Non è solo l'estremità del gesto a lasciarti impietrito, ma anche la consapevolezza che casi del genere non sono più una eccezione ma una disgraziata realtà. I signori che dominano la parte alta della piramide bancaria, a partire da quella veneta, hanno bisogno di un bel bagno di umiltà e di realtà. Il signor Primo De Marchi non deve togliersi la vita. Non tanto perché quello annunciato è un gesto senza via di ritorno; non tanto perché in qualche modo si può sempre rimediare. Ma perché dai vertici della banca e dalle autorità di controllo in tempi brevi devono arrivare soluzioni di livello generale che risolvano anche il dramma dell'anziano azionista di Veneto Banca. Se così non sarà i signori delle banche saranno ritenuti responsabili.
Mi attendo risposte chiare anche dalla politica soprattutto dal governatore Zaia sullo spinoso tema delle Popolari. Non mi risultano prese di posizione dure nei confronti dei vertici delle due banche responsabili del disastro finanziario che tanti guai sta causando a famiglie, imprenditori, artigiani del nostro territorio. Facile cari leghisti urlare e fare i forti con i deboli come i rom, molto più difficile esserlo con i potenti come Zonin. Vero Joe Formaggio?
Francesco Celotto
presidente Asev (associazione sviluppo economia Veneto)
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