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Una proposta per i soci di Veneto Banca e BPVi

La distruzione del risparmio di circa 220.000 piccoli azionisti delle Banche Popolari del Veneto (Veneto Banca e BPVI) è ormai da mesi sotto gli occhi di tutti. Le Istituzioni della Repubblica Italiana in base anche al dettato dell’art. 47 della Costituzione, e a quanto recentemente affermato dal capo dello Stato in occasione della giornata del risparmio, devono intervenire per attenuare questa enorme distruzione di risparmi parsimoniosi derivanti da una sudata vita di sacrifici e di duro lavoro che coinvolge circa 1.000.000 di nostri concittadini.Il processo di salvataggio di queste banche porterà ad una notevole riduzione del corso delle azioni.
Tenuto conto che questi risparmi/investimenti sono stati effettuati nel tempo con il provento di redditi netti ( già tassati alla fonte ) si propone di permettere agli azionisti (persone fisiche ) di avere la possibilità di dedurre queste perdite fiscalmente.Questa proposta è in linea con la possibilità di altri paesi UE di poter dedurre le perdite ai fini fiscali e quindi di non venire tassati solo sulle plusvalenze (in Italia teoricamente si potrebbe fare ma a causa di molti paletti normativi è praticamente impossibile).
Questa proposta equiparerebbe la persona fisica alla persona giuridica (società, ecc.) che può dedurre fiscalmente la perdita.Sarebbe una legge che non potrebbe avere opposizione dalla UE.L’intestatario delle azioni al 31.12.2015 potrà, nel caso di vendita entro il 31.12.2016, portare in deduzione nella dichiarazione dei redditi anno 2016 solo la parte capiente per l’esercizio 2016.L’eventuale l’eccedenza potrebbe venire riconosciuta come credito d’imposta per i 5 anni successivi. Questa iniziativa sarebbe un gesto di attenzione e di rispetto per i cittadini risparmiatori, che coinvolti a loro insaputa in questo infernale terremoto finanziario, potrebbero ritrovare la fiducia nelle Istituzioni, nella politica e quindi nel sistema Paese.


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