Il mondo vive finanziariamente parlando (e non solo) una situazione paradossale.
Vediamo perchè. Da una parte le banche centrali, soprattutto in Europa e Giappone, stampano denaro (quantitative easing ) per fare in modo che l'economia riparta, si crei nuova inflazione e i consumi tornino a crescere; dall'altra parte, pur in presenza di massicce iniezioni di liquidità, i consumi e la economia reale non ripartono affatto anzi da piu' parti si parla già esplicitamente di una nuova recessione. Come mai? Semplicemente il denaro non arriva alla economia reale e ai consumatori-risparmiatori ma resta nel circuito finanziario alimentando solo nuova speculazione e nuovi squilibri. Le banche già gravate da pesanti sofferenze fanno sempre piu' fatica a fare prestiti, gli stipendi in termini reali, a causa anche della bassa inflazione, non aumentano. I soli a guadagnare da questa gigantesca iniezione di denaro pubblico sono gli stati, i cui spread (o differenziali di rendimento) sono contenuti permettendo a stati come l'Italia di risparmiare sugli interessi, e gli speculatori (grossi fondi e alcune banche di affari ), che avendo a disposizione ingenti capitali, possono puntare a condizionare i corsi di borsa dei titoli azionari a loro favore, intascando grossi profitti. Il paradosso sta qui: chi in teoria dovrebbe ricevere il denaro creato dalle banche centrali non ne beneficia anzi con questa congiuntura per i piccoli e medi imprenditori diventa sempre piu' difficile avere accesso ai finanziamenti. Un paradosso che permette al pesce grande di ingrandirsi ancora di piu' a spese del pesce piccolo sempre piu' in difficoltà. Una spirale difficile da spezzare a meno che non venissero individuati specifici schemi di finanziamento a favore dei soggetti piu' deboli magari controgarantiti dallo Stato o dagli enti pubblici. Ma un paese come l'Italia gravato dal terzo debito pubblico piu' alto al mondo non ha grandi spazi di manovra per quanto riguarda la spesa pubblica.
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