Leggiamo sul giornale della Confindustria vicentina il famigerato giornale di vicenza che BPVi ,tramite il suo a.d Iorio, promette la istituzione di un fondo per i soci buggerati dalla banca con la vendita delle azioni . Un fondo modesto pari a 130 milioni a fronte di 117.000 soci proprietari di 98.000.000 di azioni il cui valore post aumento di capitale sarà di 10 euro se tutto va bene. Verranno polverizzati oltre 5 miliardi di euro; Iorio & c promettono 130 milioni di euro ovvero un ristoro pari al 2% circa. Una cifra ridicola e offensiva per i soci turlupinati da Zonin. Cero meglio di niente ma dimostrano come BPVi stia disperatamente cercando di recuperare consenso frenando la emoraggia di clienti e depositi che, lo ricordo, sono stati pari al 20% nel corso del 2015. Una cifra monstre che ha portato Fitch ad abbassare il rating della banca a B- dal precedente B+ ponendo lo stesso sotto rating watch negativo. Il livello di rating B- comporta, secondo la valutazione di Fitch, "Più vulnerabili rispetto agli obbligati valutati 'BB', ma vi sono ancora le capacità per rispettare gli impegni finanziari. Condizioni economiche e/o finanziare impreviste, ridurranno probabilmente le capacità e la volontà dell'obbligato, di adempire".
Il provvedimento, spiega un comunicato dell'agenzia, riflette il peggioramento della liquidità della banca a seguito di una consistente fuoriuscita di depositi verificatasi rispetto alla precedente review sul rating, effettuata nell'ottobre 2015. Dati allarmanti, se non peggio, riflesso di un territorio che non si fida di un istituto che, nonostante tutto, continua a essere sotto l'influenza dell'ex presidente Zonin. Ricordo infatti che tre quarti circa dell'attuale cda è stato nominato da Zonin. Quindi caro Iorio fino a quando questi non se ne vanno la fiducia continuerà a mancare. Altro che briciole di carità come i 130 milioni promessi che non servono a nulla e non ridaranno fiducia ai correntisti. Serve un cambiamento di rotta, un nuovo cda, un nuovo e credibile piano industriale altrimenti nei prossimi mesi altri correntisti e soci lasceranno la Popolare di Vicenza.
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