È
quantomeno vomitevole il comportamento del presidente del consiglio
regionale Roberto Ciambetti che tanto si è prodigato per concedere
l'uso dei locali consiliari per permettere la presentazione di “1866,
La Grande truffa” (il cui merito lascio ai lettori ma che ha goduto
del suo bel finanziamento regionale) scritto da tale Beggiato Ettore
ex consigliere regionale del Carroccio e oggi addetto consiliare, un
tempo si sarebbe detto portaborse, al seguito di un consigliere, tale
Guadagnini Antonio eletto nella lista Indipendenza Noi Veneto,
politicamente una stampella acefala della maggioranza leghista che
appoggia il governatore Leghista Luca Zaia. Ma perché il
comportamento di Ciambetti è così squalificante? Come racconta il
consigliere dem Andrea
Zanoni su Arv, era stato proprio Ciambetti
a negare l'utilizzo degli ambienti consiliari per la presentazione di
un libro “Strade morte” che vede il sottoscritto quale editore e
coautore. Si tratta di un libro che narra le porcherie in tema di
infrastrutture, che, a partire dalla Pedemontana, stanno facendo fare
al Veneto una figura ignobile. E che guarda caso era stato censurato,
con ampia eco pure
sui media nazionali, anche dal sindaco di
Altivole nel Trevigiano proprio per non disturbare una campagna
elettorale griffata Zaia e Ciambetti in cui la Spv era stata
smerciata al dettaglio dell'elettorato veneto come una grande
opportunità; salvo poi rivelarsi una tavanata galattica. Sulla
qualità letteraria di Beggiato, che va dottorando di indipendenza e,
sulla possibilità che il suo clone in sedicesimi Guadagnini abbia
letto, ma soprattutto compreso qualche passaggio di quel libro,
nemmeno mi soffermo. Ma sta di fatto che rimane patente la
contraddizione. La contraddizione di uno scritto, sponsorizzato
dall'amministrazione regionale, che alla fin fine denuncia le
malversazioni dello stato italico sin dai suoi primi vagiti, a fronte
di uno che invece denuncia le magagne di oggi. Vero Ciambetti? Vero
Zaia? Alla fine il libro che vi sta tanto a cuore altro non è che
l'ennesimo libro della Casta. Vorrei capire come mai in tanti anni di
vita culturale a Beggiato non sia mai venuto in testa di scrivere un
libro denuncia sullo scandalo della Pedemontana. Ma chissà, forse
non avrebbe avuto gli stessi guadagni. O sarebbe meglio dire gli
stessi guadagnini.
Francesco
Celotto
editore
e coautore del libro Strade morte
Commenti
Posta un commento