Le due nostre banchette ex popolari sembrano sempre di piu' due vascelli in affondamento in mezzo a un mare in profonda tempesta. Ieri il fondo Atlante ha deliberato una ulteriore iniezione di liquidità pari a 700 milioni circa per Veneto Banca e 300 milioni per BPVicenza. Serviranno per l'aumento di capitale da 2 miliardi circa che dovrà essere fatto a breve. Con questi soldi il fondo Atlante avrà messo 3,5 miliardi dentro alle ex popolari venete. Sono gli ultimi soldi che metterà visto che in cassa gli resta ben poco. Il resto verrà messo dallo stato che dopo MPS si appresta a salvare le nostre banche e Carige. Unicredit ha già svalutato a zero la partecipazione in Atlante ben consapevole che i denari messi nella operazione popolari venete non torneranno indietro.
La fusione si farà in fretta perchè ormai il tempo a disposizione è finito.
Tre punti dirimenti restano da chiarire:
1) chi comprerà tra un anno o poco piu' la banca che nascerà dalla fusione ammesso che qualche compratore si trovi (personalmente nutro piu' di qualche dubbio) visto che il problema dei crediti dubbi delle due banche è ben lungi dall'essere risolto e altre svalutazioni sono molto probabili;
2) come verrà risolto il problema dei ristori per i vecchi soci azzerati visto che gli accantonamenti previsti ad oggi (600 milioni) non sono sufficienti a coprire neppure il prezzo di recesso e servono almeno altri 400 milioni. Non è detto comunque che questa proposta venga accettata dai vecchi soci.
Senza aver risolto il problema dei vecchi soci e con circa 10.000 reclami sul groppone e relativi contenziosi milionari la nuova banca non troverà acquirenti;
3) come gestire gli esuberi che sono pari a circa la metà (se non oltre) della forza lavoro.
Si tratta di almeno 5.000 lavoratori da tagliare e se si procede al ritmo di 500-1.000 esuberi all'anno o poco più non oso pensare a quanti anni serviranno per completare la operazione. Troppi.
Senza aver risolto il problema vecchi soci, esuberi e svalutazione crediti in sofferenza la nuova banca fusa non troverà alcun compratore. Difficilmente questi tre nodi saranno risolti come qualcuno vorrebbe nel termine di un anno. Ci vorrà almeno il doppio e serviranno tra ricapitalizzazioni e costi di ristrutturazione almeno altri 3 miliardi. Chi li metterà?
Commenti
Posta un commento