Gianni Zonin oltre a non dimettersi da presidente della Banca Popolare di Vicenza (e con lui tutto o quasi il vecchio cda) continua bellamente a ricevere dall'istituto vicentino il ricco stipendio pari a 1,5 milioni di euro all'anno. Per gli azionisti, soprattutto per i tanti piccoli risparmiatori che vedranno andare in fumo parte del valore delle loro azioni, si profila, oltre al danno, la beffa. E' ora che Zonin e con lui tutti i membri del cda della Popolare che hanno condotto la banca ad una situazione disastrosa se ne vadano e che siano chiamati a rispondere dei gravi reati anche di profilo penale che hanno commesso, truffa in primis. Hanno fatto collocare presso tanti ignari piccoli risparmiatori e correntisti azioni che loro dicevano valevano 62,5 euro in cambio magari di prestiti, fidi e mutui. Una pratica assai diffusa negli ultimi anni. Dove stavano le autorità di controllo, Banca d'Italia in primis, capace di fare la voce grossa con Veneto Banca ma assai ind...