Il mio nome è Francesco Celotto, sono nato a Castelfranco nel Trevigiano nel 1966. Dopo aver completato gli studi al liceo scientifico Da Ponte di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, nel 1985 mi sono iscritto all'Università di Bologna, facoltà di giurisprudenza.
Già in quel periodo sentivo la necessità di esplorare il mondo, di mettere il naso fuori di casa. Subito dopo la laurea ho fondato una piccola casa editrice e in seguito mi sono trasferito a lavorare a Milano sempre nel ramo libri. Da tantissimo tempo subisco il fascino dei libri il che, molto presto peraltro, ha fatto maturare in me la convinzione per cui una persona come un Paese senza cultura non hanno futuro.
Dopo una breve parentesi nel Regno Unito, da buon globetrotter, ho pensato di approfondire i miei studi, economici nel mio caso, e mi sono iscritto ad un master in business administration nuovamente a Bologna.
Sulle ali del master e credendo un po' ingenuamente alla favola per cui le imprese sono grandi famiglie, ho lavorato in importanti aziende modenesi e mantovane, occupandomi di export, del mercato tedesco in particolare. Allora ero un cosiddetto «ragazzotto rampante»; erano anni diversi e in molti eravamo un po' ubriacati dall'idea di successo distillata in quella che fu «la Milano da bere».
Sempre in giro per l'Europa per lavoro, con tutte le inquietudini tipiche dell'età giovanile, mi sono innamorato, in tutti i sensi, della movida spagnola o meglio di quella catalana. Tanto che dopo qualche anno mi sono trasferito a Barcellona dove ho lavorato occupandomi sempre di export, stavolta con i paesi dell'ex blocco sovietico: Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia e altri.
Forte di questa esperienza e incuriosito (quanto stupito) dalla potente crescita cinese che già proiettava i suoi fanali verso l'Europa dell'Est, mi sono trasferito in Polonia. Lì ho potuto rinsaldare i legami con mio zio che proprio in Polonia ha fondato una azienda. Nel Paese di Giovanni Paolo II sono stato letteralmente rapito dalla bellezza di Cracovia dove ho trascorso otto anni della mia vita. In quella bellissima città, che ho visto migliorarsi e riprendere gli antichi splendori anno dopo anno, ho continuato a svolgere la mia attività professionale dando il via a numerose start-up, gestendone alcune in prima persona.
Dopo otto anni però la mia natura di girovago ha ripreso il sopravvento. Stanco dei freddi polacchi ho deciso di fare rotta più a sud, in Bulgaria, dove ho fondato una società di consulenza attiva nel settore delle energie alternative.
Attorno al 2010 sono ritornato in pianta stabile in Italia, a Bassano del Grappa più precisamente. Sempre nel 2010 ho aderito con entusiasmo al Movimento Cinque Stelle poiché appariva come l'unica formazione politica pronta a trasferire sulla scena nazionale quel vigore e quella freschezza che, pur fra tante contraddizioni, avevo visto all'estero.
Mi sono occupato del territorio in cui vivo la Pedemontana, battendomi in particolare contro la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta. Nel 2012 ho scritto anche un libro "Strada Chiusa" dedicato a questo. Sulla scorta di queste convinzioni mi sono candidato per il M5S al Senato, sfiorando l'elezione.
Nel 2014 i vertici nazionali del M5S hanno deciso nei miei confronti una espulsione di fatto. Probabilmente la mia autonomia di pensiero e le mie critiche alla strategia politica ha preoccupato il dominus del movimento Gianroberto Casaleggio. Negli anni ho sempre pensato che essere liberi, curiosi e un po' inquieti sia la prerogativa di un percorso personale improntato alla ricerca di un senso autentico delle cose. Nel 2015 ho scritto un nuovo libro dedicato al tema delle grandi opere "Strade Morte" sempre come coautore. Dal 2016 sono vicepresidente della Associazione soci banche popolari e presidente di Asev.
Ho vissuto in diversi paesi e ho conosciuto varie culture. Questo mi ha insegnato a leggere la realtà in maniera approfondita e a diffidare dai fanatismi. Mi sono battuto e continuo a battermi per un territorio libero da assurde infrastrutture e per un modello di benessere che privilegi i punti di forza del nostro bellissimo paese: arte, cultura, turismo, impresa di qualità a dimensione familiare. Credo che sia necessaria e urgente una profonda riforma del sistema finanziario e bancario mondiale ritornando a privilegiare la economia reale. Dobbiamo diventare una comunità consapevole, fatta di cittiadini consapevoli e civicamente maturi lasciando da parte gli egoismi futili. Solo cosi potremo salvarci e dare un futuro a noi e ai nostri figli.
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