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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

Un veneto piccolo, provinciale, campanilistico

In questi anni ho conosciuto come non mai il veneto, i suoi pregi (pochi), i suoi difetti (molti). Una regione sinceramente di confine, provinciale, nella quale abbondano solo i campanili e gli individualismi. Un veneto piccolo incapace di esprimere una classe dirigente all'altezza a tutti i livelli, politico in primis. Basti pensare che in una regione di nani primeggia e assurge al livello di statista uno come Zaia, considerato tra i governatori piu' popolari tra le regioni d'italia. A suggello della pochezza degli elettori non certo dello stesso Zaia, aquila tra anatre. Che dire?  Il panorama di questa regione è semplicemente desolante e ne sono testimone in prima persona avendo promosso battaglie su temi ambientali ed economici. Sull'ambiente i veneti sono totalmente assenti, come se fosse un problema che non li tocca. A partire dal disastro del Mose per finire alla sciagurata Superstrada Pedemontana Veneta. Per non parlare del vero disastro ambientale e cioè i

Nè complice nè Pancho Villa

Non sarò complice dello sfascio nel quale è miseramente caduta questa nazione. Ma non sarò neppure un Pancho Villa, noto rivoluzionario e guerriero messicano. Non ha piu' alcun senso lottare per questo paese. Un paese immerso in una gravissima, estesa ed irreversibile crisi etica e morale. Un paese che da tutti i punti di vista è peggiore oggi rispetto a 20 anni fa.  Quando tornai qui nel 2010 dopo circa 15 anni vissuti lavorando tra Polonia, Bulgaria e altri paesi pensavo che fosse si un paese in crisi ma che saremmo riusciti a raddrizzare la baracca, che  gli italiani in fondo avrebbero reagito. Nulla di piu' falso.  Vedo un paese incapace di proporre una classe dirigente seria e credibile, incapace di proporre un progetto e delle alternative. Vedo una casta che si autoriproduce a ritmi impressionanti, completamente incapace di riformarsi. Vedo una corsa irrefrenabile alle seggiole, al potere in una società immersa in un menefreghismo imperante e onnipotente, nel quale c

Vincitori e vinti nella partita Veneto Banca-BPVi

La partita delle due ex popolari venete iniziata nel 2013-2014 volge al termine.  Le due banche fuse verranno infatti tra qualche mese probabilmente nazionalizzate, con la presenza dello stato nel capitale tra il 60 e l'80%. I vecchi soci alla fine aderiranno alla proposta di rimborso in misura vicina al 70-80%. Chi avrà vinto e chi avrà perso? I vecchi soci, soprattutto i piccoli e i medi, escono sicuramente perdenti dalla partita. Avevano creduto nelle banche e pagheranno due volte: con i soldi messi per acquistare le azioni e con i soldi messi dallo stato per salvare le due banche (non meno di 4-5 miliardi). Alla fine la gran massa di loro accetterà la mancia del 15% offerta come transazione ma non hanno grandi alternative se non imbarcandosi in lunghi e costosi processi. Non credano che se lo stato metterà i soldi salverà anche loro. Lo stato salverà le banche non i soci-risparmiatori. Sia ben chiaro fin da oggi che lo stato non metterà neppure il 15%. La giustizia

Vi aspetto a Schio il 2 marzo

Proseguono le serate informative della associazione sulla proposta di rimborso

On Baretta: sogna o è desto?

Leggo una dichiarazione di oggi del sottosegretario Baretta che continua a non voler capire evidentemente la realtà. Quando dice che auspica un intervento di minoranza dello stato nel capitale di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza augurandosi che le controparti veneti, alias i "grandi "imprenditori siano disponibili a iniettare capitali freschi , dimostra una preoccupante carenza di memoria. Baretta quando mai i "grandi" imprenditori veneti hanno dimostrato interesse verso queste due banche? Si ricorda come terminò l'aumento di capitale della scorsa primavera delle due ex popolari nonostante i roboanti proclami di Bruno Zago & c ( associazione grandi azionisti Per Veneto Banca, a proposito che fine ha fatto?)? Nel nulla piu' assoluto. Non hanno messo un centesimo. I Benetton, i Del Vecchio, i Moretti Polegato, i Rosso, tanto per citarne alcuni, non hanno mai creduto in queste due banche. Anzi Rosso riuscì addirittura a vendere per tempo un pacchet

Non valida la clausola zero per contratti di mutuo in Spagna. Potenziale beneficio per i mutuatari italiani?

Il tribunale supremo spagnolo ha deciso in questi giorni che è retroattiva la non validità della clausola zero sui contratti di mutuo immobiliare in corso (o anche su quelli già estinti). Significa che un cliente che abbia sottoscritto un contratto di mutuo con una entità bancaria ha diritto a un rimborso nel caso in cui sia previsto nello stesso che il tasso di interesse applicato a un mutuo non possa essere mai inferiore a zero o allo spread applicato all'euroribor. Facciamo un esempio pratico per capire meglio: se un cliente ha un mutuo a tasso variabile legato all'andamento dell'euroribor, generalmente a 6 mesi, più uno spread dell'1% oggi pagherebbe un interesse dello 0,8% circa. Questo perchè 1%+ -0,20% = 0,80%. Le banche spagnole hanno inserito nei contratti di mutuo la cosiddetta clausola zero che significa che l'interesse non può mai essere inferiore allo spread e cioè che nel caso in cui il parametro per calcolare il tasso effettivo sia -0,2% div

Banche rotte e non solo

L'Italia è un paese di banche rotte. Ma non solo. Tante cose non funzionano e non perderò altro tempo a dire che le tasse sono alte, la spesa pubblica ipertrofica, la amministrazione pubblica corrotta e scadente, il sistema creditizio zeppo di crediti inesigibili e di personale in esubero etc etc. Tutte cose che ho già detto, ridetto e riscritto piu' volte. Quello che veramente è rotto e difficile da aggiustare in tempi brevi è la società civile italiana. Alcuni dati per spiegare il disastro: il belpaese (sigh!) è una delle nazioni al mondo dove si legge di meno: in media 0,6 libri all'anno. E' uno dei paesi con il piu' alto numero di analfabeti funzionali al mondo stimati in circa il 70% della popolazione. Analfabeta funzionale è considerata quella persona che sa leggere e scrivere ma non riesce a capire un testo di media difficoltà. E' uno dei paesi con il piu' alto numero di abbandoni tra gli studenti universitari. E' uno dei paesi al mon

8.350 milioni di aumenti di capitale e non è finita

Facevo oggi il conto degli aumenti di capitale recenti di BPVicenza e Veneto Banca: 1) BPVicenza 2013-2014 : 2.000 milioni 2016 : 1.500 milioni 2) Veneto Banca 2014 : 500 milioni +350 derivanti da conversione obbligazione 2016: 1.000 milioni Totale (se non mi sono perso qualcosa) 5.350 milioni. E non è finita perchè tra pochi mesi a fronte di perdite a fine 2016 per non meno di 3.000 milioni (1.800 BPVicenza e 1.000 Veneto Banca) sarà necessario un ulteriore aumento di capitale pari a 3.000 milioni se non di più. Non male per due banche che non sono tra le maggiori del sistema. Due buchi neri che sembrano non finire mai di assorbire denaro. E non sarà sufficiente perchè a fine 2017 tra nuovi necessari accantonamenti sui crediti in sofferenza e costi di ristrutturazione per gli esuberi del personale serviranno altri 2-3.000 milioni. Statene certi alla faccia di chi dice che il fondo Atlante ha fatto una grande speculazione sulla pelle delle banche venete. Il fondo Atlan

Quanto valgono i crediti in sofferenza di VB e BPVI?

La unica via ragionevole per aumentare la offerta per i soci delle due ex popolari non può che passare per la emissione di un warrant o di una obbligazione (come proposto tempo fa da assopopolari venete) legati al recupero di una quantità superiore alla media di mercato dei crediti in sofferenza. Quanto valgono oggi i 17 miliardi di sofferenze delle due banche? A priori non lo sappiamo perchè non conosciamo se siano crediti totalmente garantiti (da immobili ad esempio) o non lo siano. Se oggi fossero venduti in blocco, nella ipotesi di trovare qualcuno disposti a comprarli, non varrebbero piu' del 20-23% del loro valore nominale. Quindi 3400-3800 milioni di euro. Se invece fossero gestiti in house cioè da una struttura interna dedicata al recupero la percentuale potrebbe salire. Un recente report di Mediobanca ci dice che nel periodo 2005-2015 la percentuale di recupero per i crediti deteriorati in house è pari al 47%. Si tratterebbe di 8000 milioni . Certo oggi il quadro

Alcune domande per Viola

La associazione soci banche popolari venete pone al dottor Viola alcune domande su questioni di grande importanza per noi soci e sulle quali gradiremmo ricevere delle risposte. Come abbiamo appreso dalla stampa è stata perfezionata da parte delle due banche una operazione di cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza pari a 3,6 miliardi. A quanto sono stati venduti tali crediti di sofferenza pari a 3,6 miliardi (dei 17 complessivi)? La operazione è stata conclusa il 31 dicembre 2016 ma ne abbiamo avuto notizia solo in questi giorni . Come mai tale ritardo? A chi sono stati venduti? E' già stato provveduto al pagamento della operazione? Il presidente Mion ha recentemente fatto cenno ad un warrant distribuibile ai soci (anche a quelli ante 2007 che non rientrano nella offerta di rimborso) nel caso venga recuperata una certa percentuale di crediti in sofferenza. Quale sarebbe il livello di recupero per garantire tale warrant? Sarebbe possibile avere su questo punto

I numeri da brivido di Veneto Banca e BPVicenza

Le notizie stampa ci dicono che il fabbisogno di capitale (tradotto l'aumento di capitale) di cui hanno bisogno le due popolari venete sarebbe pari 5,7 miliardi. Una cifra altissima ma che, ahimè , si avvicina alla realtà. Le due banche si sono affrettate a dire che l'aumento di capitale necessario è notevolmente inferiore a questa cifra e che comunque per adesso sarebbe necessario un aumento di capitale di 3 miliardi circa. Tra pochi giorni il cda affronterà il nodo fusione e la approvazione del bilancio 2016 con perdite comunque da capogiro. Di quanto capitale hanno davvero bisogno le due banche? Considerando che i crediti netti (cioè quelli per cui non è stato fatto ancora alcun accantonamento ) sommano 10 miliardi tra le due banche e che il fondo Atlante (o altro veicolo) potrebbe pagare per acquistare tali crediti non piu' del 22-23% del valore facciale,  la svalutazione inciderebbe sui bilanci futuri per almeno 7,7 miliardi. Per cartolarizzare e vendere tutti g