Passa ai contenuti principali

Nè complice nè Pancho Villa

Non sarò complice dello sfascio nel quale è miseramente caduta questa nazione. Ma non sarò neppure un Pancho Villa, noto rivoluzionario e guerriero messicano. Non ha piu' alcun senso lottare per questo paese. Un paese immerso in una gravissima, estesa ed irreversibile crisi etica e morale. Un paese che da tutti i punti di vista è peggiore oggi rispetto a 20 anni fa. 
Quando tornai qui nel 2010 dopo circa 15 anni vissuti lavorando tra Polonia, Bulgaria e altri paesi pensavo che fosse si un paese in crisi ma che saremmo riusciti a raddrizzare la baracca, che  gli italiani in fondo avrebbero reagito. Nulla di piu' falso. 
Vedo un paese incapace di proporre una classe dirigente seria e credibile, incapace di proporre un progetto e delle alternative. Vedo una casta che si autoriproduce a ritmi impressionanti, completamente incapace di riformarsi. Vedo una corsa irrefrenabile alle seggiole, al potere in una società immersa in un menefreghismo imperante e onnipotente, nel quale conta solo apparire, fare spot, senza alcuna capacità di dialogo e di lotta. 
Vedo solo apatia e disinteresse. In questa situazione non ha alcun senso ormai lottare e cercare improbabili rivoluzioni. Quello che comanda è il conformismo e la pura sopravvivenza in un paese privato del futuro per colpa di una ottusa casta al potere da anni, ben supportata in questo da una parte non piccola della società civile. Qui non accadrà mai nulla; gli italiani, un popolo che esiste come tale solo sulla carta, non faranno mai la rivoluzione, non si ribelleranno mai. Il senso di nazione non ci appartiene. Lottiamo al massimo per il nostro piccolo orticello, esasperando localismi ed individualismi nei quali siamo maestri. Se a questo aggiungiamo un paese con una cultura di base pari a zero, una memoria cortissima, una scuola in totale sfascio, il cocktail è completo.
Il mio limite è raggiunto. Ho compreso perfettamente che non vale piu' la pena lottare nè buttare altre energie. Da 3 anni circa cerco di andarmene da qui. Senza troppa convinzione. Lo vivevo come una fuga. Da un po' invece la mia prospettiva è cambiata. Non fuggo più me ne andrò con molta convinzione adesso in un altro posto a costruire il mio futuro e il mio progetto. Qui non esiste piu' nulla e non esisterà forse mai.
Addio ingrato e infelice paese.

Commenti

Post popolari in questo blog

La frustrazione di essere italiano

E'duro ammetterlo ma e' per me oggi frustrante essere italiano. Una parte dei miei concittadini e'ostinatamente decisa a non cambiare. Ci ritroviamo cosi' dopo 20 allo stesso punto da cui eravamo partiti. La Dc vestita da Pd la fa ancora da padrona. Da Forlani a Mattarella, passando per tutte le false e gattopardesche svolte di questi anni (Berlusconi, Bossi, Prodi, D'Alema, Grillo) il tema di fondo e' stato sempre quello: far finta di cambiare e mantenere il potere ben saldo nelle mani dei soliti o dei loro eredi.  Ero stato all' estero per circa 10 anni, stanco di un paese per vecchi dove, da quando ho coscienza politica, sento parlare di riforme. Nel 2010 tornai con la speranza di poter finalmente fare qualcosa per il mio paese. Vedevo nel movimento di Grillo il possibile cambiamento, la spinta a riformare un paese vecchio, ostaggio di una casta che va da destra a sinistra e tocca in modo trasversale tutta la societa' italiana: i sindacati, i partiti...

LETTERA AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI VICENZA CAPPELLERI

21 giugno 2016  Oggetto – Andamento e prospettive dell’inchiesta sulle responsabilità degli ex amministratori della ‘Banca Popolare di Vicenza’. Signor Procuratore, il recente suicidio del pensionato Antonio Bedin ed il riemergere sui media di notizie su vicende di un passato non troppo lontano che ebbero come protagonisti, da un lato i vertici della ‘Banca Popolare di Vicenza’ dell’epoca, ‘in primis’ il suo presidente Gianni Zonin, e dall’altro - con differenti ruoli professionali e divergenti valutazioni -  la dottoressa Cecilia Carreri ed altri magistrati, qualcuno dei quali ancora in servizio nel Palazzo di Giustizia di Vicenza, rendono indilazionabile secondo la nostra Associazione una presa di posizione pubblica, netta e precisa della Procura sull’andamento e sulle prospettive dell’inchiesta riguardante le gravi responsabilità dei precedenti amministratori della citata banca. Tale convinzione è basata sul fatto che quello di Antonio Bedin non è il prim...

Il prefetto di Treviso "censura" Strade Morte

Il prefetto di Treviso ci ha negato la autorizzazione a presentare il libro Strade Morte ad Altivole.Ne parla oggi anche la stampa trevigiana  . Con la scusa che, trattandosi di un tema che poteva essere afferente alla campagna elettorale, era meglio rinviare l'evento a dopo le elezioni. Ma stiamo scherzando? Siamo ancora in democrazia signor prefetto? Ci spiega perchè non potremmo presentare un libro che tratta  degli scandali del Veneto e della SPV? Forse perchè ad Altivole passa la superstrada e forse perchè la ex sindaca di Altivole è candidata in regione con la Lega Nord e non si vuole toccare un tema comunque spinoso. Gravissimo quanto accaduto ad Altivole ma si sbagliano se credono di tapparci la bocca. La presentazione si farà comunque in altro luogo: un motivo in piu' per esserci. In quanto al prefetto mi riservo di chiedere un incontro per chiarire le ragioni "ufficiali" alla base del diniego e soprattutto in base a quale eventuale normativa abbia assunto...