Passa ai contenuti principali

Un veneto piccolo, provinciale, campanilistico

In questi anni ho conosciuto come non mai il veneto, i suoi pregi (pochi), i suoi difetti (molti).
Una regione sinceramente di confine, provinciale, nella quale abbondano solo i campanili e gli individualismi. Un veneto piccolo incapace di esprimere una classe dirigente all'altezza a tutti i livelli, politico in primis. Basti pensare che in una regione di nani primeggia e assurge al livello di statista uno come Zaia, considerato tra i governatori piu' popolari tra le regioni d'italia. A suggello della pochezza degli elettori non certo dello stesso Zaia, aquila tra anatre. Che dire? 
Il panorama di questa regione è semplicemente desolante e ne sono testimone in prima persona avendo promosso battaglie su temi ambientali ed economici. Sull'ambiente i veneti sono totalmente assenti, come se fosse un problema che non li tocca. A partire dal disastro del Mose per finire alla sciagurata Superstrada Pedemontana Veneta. Per non parlare del vero disastro ambientale e cioè i pfas nella valle dell'Agno. Nessuno ne parla, tutti se ne fregano. Sul tema delle due popolari di fatto fallite, abbiamo assistito a un generale processo di rimozione delle responsabilità addossate unicamente a Zonin e Consoli. Come se quei due non avessero potuto arrivare a fare quel che hanno fatto senza la complicità di certi poteri, di certi controllori farlocchi, di certa magistratura, che regolarmente insabbiò tutte le inchieste a carico soprattutto di Zonin, di certi gruppi e organizzazioni di categoria che ricevevano magari lauti finanziamenti senza garanzie, ma anche di una fetta non indifferente di risparmiatori che credevano al cavaliere  Gianni da Gambellara e al ragioniere Vincenzo da Miglianico. Una delega in bianco che nasce da una sostanziale pigrizia, per non usare termini peggiori, dei veneti ad informarsi, leggere, capire, approfondire. Sempre delegare tutto, fregandosene, senza la capacità neppure di occuparsi dei propri soldi per non parlare ovviamente del bene pubblico. Una regione di grande manifattura abituata ad usare tanto le mani, a lavorare sodo, ma forse poco incline alla cultura, incapace di capire ancora oggi i profondi cambiamenti in atto. Una regione conservatrice, rurale di fondo, dove il numero dei laureati è,lo ricordo, tra i più bassi d'Italia in rapporto alla popolazione. Una regione dove taluni ancora pensano che il mattone e il cemento possano portare prosperità. 
Il veneto oggi è una regione culturalmente ed economicamente piccola rispetto a qualche anno fa, con una popolazione con una elevata età media (44 anni), poco incline alle rivoluzioni anzi ostinatamente conservatrice. Una regione dove Zaia ha buon gioco a parlare di una autonomia (alla quale per primo non crede) prendendo in giro i tanti "bauchi" che credono ancora a queste panzanate degne della festa della salsiccia. Invece di pensare ai problemi di una regione attanagliata da enormi problemi ambientali ed economici. Ma si sa Zaia sa usare bene con i suoi corregionali questi strumenti di distrazione di massa. I veneti dovrebbero occuparsi di cose serie; invece vanno in 5.000 in piazza se arrivano a Giavera 10 persone di colore e sono in 200 in piazza a Montebelluna a protestare contro Veneto Banca che ha distrutto i risparmi di una vita. Sindrome da servi del paron che ancora oggi nel 2017 dicono "comandi". 

Commenti

Post popolari in questo blog

De Luca impresentabile: chi lo ha eletto cosa è?

La commissione parlamentare antimafia ha reso pubblica   la lista dei cosiddetti impresentabili , cioè dei candidati sui quali pendono giudizi o addirittura condanne anche se non ancora definitive. Sono 17 in tutto: 12 del centro-destra e 5 del centro sinistra. Tra questi spicca il candidato governatore della Campania, il sindaco (anzi ex ) di Salerno, De Luca. Non intendo soffermarmi sull'aspetto legale o etico ma, a poche ore dal voto, vorrei sottolineare che   De Luca è stato votato legittimamente e democraticamente sindaco di Salerno e poi sempre dagli elettori campani candidato governatore del Pd . Anche ammettendo che non tutto sia stato fatto alla luce del sole, non  si può non affermare che De Luca non abbia ottenuto un largo consenso popolare da parte dei cittadini campani. A questo punto mi chiedo: se De Luca è impresentabile cosa sono i suoi elettori che pure, credo, siano a conoscenza dei gravi reati a suo carico?  De Luca è rientrato nella lista non per l’ultima

La amara verità sulla Superstrada Pedemontana Veneta

Sui media sono apparsi in questi giorni varie notizie riguardanti la SPV. Il commissario per la costruzione della superstrada Vernizzi ha convocato la stampa per rispondere alle 70 contestazioni avanzate dalla Corte dei Conti sulla discussa opera. Tra i tanti dati presentati dal commissario  uno macroscopico  balza all’occhio : una opera delle dimensioni della SPV, il cui costo è già incrementato di oltre 400 milioni rispetto al progetto originale presentato, non ha il closing finanziario ovvero non ha ancora i finanziamenti necessari per la realizzazione. E’ come se una persona iniziasse a fare una casa senza sapere dove e soprattutto se troverà i soldi. Ma qui non si tratta di una casa ma della piu’ grande opera pubblica attualmente in costruzione in Veneto. Il concessionario SIS, secondo quanto affermato da Vernizzi, ha assicurato il closing entro marzo. Ma qui si fa notte fonda. I bene informati dicono che l’amministratore delegato di SIS, l’ing. Dogliani, avrebbe incaricato un

Nani e ballerine

Guardando oggi alla situazione politica del paese e ai suoi protagonisti vengono in mente i nani e le ballerine del circo. Un coacervo di partiti e movimenti senza idee, nè valori programmatici, nè programmi convincenti. Il nulla. Tanto da far rimpiangere i politici di vecchia scuola e la politica di qualche decennio fa che, magari, qualche valore lo aveva. Il problema è che anche chi nei partiti si oppone ed è contrario alla linea ufficiale alla fine non ha il coraggio o la forza di proporre qualcosa di alternativo. Eppure nel vuoto dell'oggi ci sarebbe una prateria disponibile. Purtroppo nel Pd come nel M5S o in Forza Italia i dissidenti non hanno abbastanza carisma e al dunque si appiattiscono, spesso per mera convenienza, sulle posizioni dominanti legittimando di fatto lo status quo, incapaci di arrivare ad uno strappo con quel sistema dal quale comunque traggono indirettamente una qualche forma di legittimazione e riconoscimento. Oggi non c'è spazio per il carisma,