Gianni Zonin oltre a non dimettersi da presidente della Banca Popolare di Vicenza (e con lui tutto o quasi il vecchio cda) continua bellamente a ricevere dall'istituto vicentino il ricco stipendio pari a 1,5 milioni di euro all'anno. Per gli azionisti, soprattutto per i tanti piccoli risparmiatori che vedranno andare in fumo parte del valore delle loro azioni, si profila, oltre al danno, la beffa. E' ora che Zonin e con lui tutti i membri del cda della Popolare che hanno condotto la banca ad una situazione disastrosa se ne vadano e che siano chiamati a rispondere dei gravi reati anche di profilo penale che hanno commesso, truffa in primis. Hanno fatto collocare presso tanti ignari piccoli risparmiatori e correntisti azioni che loro dicevano valevano 62,5 euro in cambio magari di prestiti, fidi e mutui. Una pratica assai diffusa negli ultimi anni. Dove stavano le autorità di controllo, Banca d'Italia in primis, capace di fare la voce grossa con Veneto Banca ma assai indulgente con Zonin e soci?
Il re è nudo: #Zonindimettiti. Il danno per il nostro territorio sarà elevatissimo: tra i 4 e i 5 miliardi in fumo a causa del crollo del valore delle azioni della Pop di Vicenza che, una volta in borsa, non varranno piu' di 10-15 euro dai 48 attuali. Con buona pace dei tanti piccoli risparmiatori traditi. Gli speculatori ringraziano. Spero solo che Zonin e il suo c.d.a. paghino il conto. Non ancora una volta il povero Pantalone. L'affaire Pop Vicenza- Veneto Banca costerà al nostro territorio 7-8 miliardi di euro. Una delle piu' grosse truffe finanziarie, perchè di questo si tratta, degli ultimi anni. Mi auguro che la magistratura faccia il suo dovere fino in fondo senza indugi e ritardi.
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