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Associazioni soci popolari venete: una unione impossibile

La vicenda delle popolari venete rimarrà viva ancora per un bel pò nelle nostre memorie di soci azzerati ma ormai a livello politico, con la approvazione del fondo per i soci vittime di reati finanziari ,si può considerare un capitolo chiuso.
Certo in campagna elettorale ci saranno ancora degli eco, delle proteste ma oramai la battaglia si sposta dall'ambito politico a quello giudiziario.
Il tempo dirà se qualcuno porterà a casa delle sentenze favorevoli e soprattutto se qualcuno otterrà dei rimborsi. Non vorrei che più di qualcuno si pentisse di aver ascoltato quelli che dicevano che bisognava rifiutare il 15% della opt perchè dovevano restituire tutto(sigh!).

Vorrei soffermarmi sull'esteso e per nulla uniforme arcipelago delle varie associazioni e gruppi che rappresentano i soci azzerati e che non sono mai riusciti ad essere un corpo unico, rappresentando troppe voci, spesso dissonanti tra loro.
Si va dalle associazioni nazionali dei consumatori a associazioni locali di soci, che hanno spesso seguito strade diverse, senza costituire un fronte unico che sarebbe stato utile per dare forza e compattezza alle istanze dei soci azzerati.
Il sottoscritto ha cercato fin dall'inizio di creare un vero e unico coordinamento di questi gruppi ma mi resi conto fin dal 2015 che era impossibile. Sorsero fin dall'inizio individualismi, parrocchiette, gruppuscoli che difendevano piccoli interessi piuttosto che quelli generali.
Interessi di avvocati che erano alla caccia di clienti e di parcelle, interessi di presunti politicanti (aspiranti magari a qualche caregheta) alla caccia di giustizia per i risparmiatori, interessi di associazioni a caccia di tessere.
Un mix che non prometteva nulla di buono e infatti alla fine si è rivelato una armata brancaleone che non è stata mai in grado neppure di presentare alla politica una proposta unitaria per il ristoro dei soci-azionisti di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
La associazione da me e da altri amici creata ha presentato valide proposte di ristoro basate sugli npl e su forme di rimborso del sistema bancario ma non hanno trovato accoglienza in ambito governativo (e fin qui poteva anche starci) ma neppure tra le altre associazioni e comitati, più interessati forse a farsi pubblicità con stravaganti e utopiche proposte. 
Mi sono chiesto spesso perchè la mia associazione non abbia mai trovato ampio appoggio e credito tra i soci azzerati. Ho pensato che fosse una questione di credibilità o serietà delle nostre proposte. Cosa che non corrisponde al vero visto che la associazione ha avuto spazio e risalto tra i media anche nazionali.
Sono giunto alla conclusione che è proprio un problema legato alla qualità e alla anagrafe dei soci stessi: età media avanzata, bassa scolarità, scarsa capacità di capire i meccanismi della finanza.
I soci ascoltano, apprezzano e danno credito ahimè a chi urla e chi brandisce la piazza piuttosto che a chi cerca di portare proposte serie ed intelligenti. Hanno bisogno di chi li rincuora, in modo anche ecumenico, più che di chi dice loro la verità magari anche dura. Hanno bisogno di sermoni pieni di ovvietà e sterili attacchi al potere bancario e non, che appaghino la loro rabbia più che di discorsi tecnici e proposte serie e credibili in grado di restituire loro almeno una parte di quanto perso.

Il sistema dei media regionali veneti, uno dei peggiori e più disinformanti d'Italia, ha tutto il vantaggio di accreditare certi oppositori urlanti o ecumenici piuttosto che quelli seri, capaci e preparati.
La folla è meglio manovrarla con chi abbaia ma non morde, che con chi non abbaia ma forse morde molto di più. Ecco perchè alla fine la unione delle associazioni e dei comitati è risultata, oltre che impossibile, inutile. Che c'azzecco io (e il mio gruppo) con certa gente?
A buon intenditore poche parole.... Buon 2018!

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