La situazione di B.P.Vi e quella di Veneto Banca sta assumendo di giorno in giorno contorni sempre piu' preoccupanti soprattutto per i piccoli azionisti delle due popolari. Famiglie, artigiani, piccoli imprenditori si sentono oggi traditi da chi aveva presentato l'investimento come sicuro, certo, redditizio. Il valore delle azioni verrà falcidiato dopo la quotazione in borsa con un danno per il nostro territorio stimabile in almeno 4-5 miliardi. Esorto tutte le associazioni, comitati, gruppi che a vario titolo si stanno muovendo per difendere gli interessi principalmente dei piccoli azionisti, ad unire le forze, evitando di correre in ordine sparso. Mai come in questo caso l'unione fa la forza soprattutto in assemblea. Opponiamoci alla trasformazione in s.p.a. nei termini proposti. Non è questo il momento di andare in borsa evitando un bagno di sangue. Meglio attendere almeno un anno tentando nel frattempo di rimettere ordine nei conti e rafforzare i due istituti. Chi aderirà infatti all'aumento di capitale richiesto?
Invito i soci a votare no alla proposta di trasformazione in Spa di Veneto Banca alla prossima assemblea di dicembre. Lo stesso per quanto riguarda la assemblea di B.P.Vi. prevista per febbraio.
Nel contempo la associazione che presiedo invita i rappresentanti delle associazioni e comitati degli azionisti a partecipare a un tavolo di confronto con lo scopo di creare un coordinamento o una associazione che rappresenti un numero significativo di soci-azionisti. Il 10% dei soci puo' infatti chiedere la nomina di un nuovo c.d.a. che riveda i termini della trasformazione e della quotazione.
Ci vediamo tutti il 12 novembre a Bassano.
Francesco Celotto
presidente A.s.e.V. (associazione sviluppo economia Veneto)
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