In queste ora si parla della possibile fusione tra le due ex popolari nostrane. Una ipotesi vera e concretamente sul tavolo dato che si terrà in queste ora un vertice a Milano tra Penati ( presidente di Atlante, azionista di maggioranza ) e i due presidenti delle banche Mion e Anselmi. Fino a qualche tempo fa si pensava, soprattutto a Montebelluna, che una fusione non fosse interessante e che fosse meglio seguire la strada di una acquisizione o fusione con player creditizi regionali tipo Bper . Ma la situazione è grave anzi peggio di quanto ipotizzato mesi fa, anche perchè nessuno comprerà due banche zeppe di personale, in gran parte inutile ormai dato l'avanzare della banca digitale, di crediti dubbi e di cause legali (circa 10.000 i reclami ad oggi presentati). Che fare dunque? Accelerare e risanare le due banche fondendole e mettendole poi sul mercato con meno personale, piu' accantonamenti e risolvendo le cause in corso con i vecchi soci. I possibili acquirenti hanno messo in campo queste condizioni per valutare la possibile acquisizione del nuovo istituto che nascerebbe dalla fusione. In questo senso starebbe spingendo anche la BCE, vero dominus della situazione. Alternative a questo punto ne vediamo pochine. Anche perchè a breve servirà un ulteriore aumento di capitale per i due istituti. Di quanto?
Serviranno ulteriori accantonamenti sui crediti dubbi pari a non meno di 1,5 miliardi ( il 10% del totale pari a 15 miliardi), 300 milioni circa per gli esuberi del personale e non meno di 200 milioni da accantonare per le cause e le richieste avanzate dai vecchi soci. Totale non meno di 2 miliardi ma è una stima assai prudenziale. Probabilmente ne serviranno di piu'. Chi li metterà? Il fondo Atlante ha in dotazione ancora poco piu' di un miliardo e credo che il suo interesse sia quello di uscire al piu' presto dalla partita. Ma se non libererà le banche dalle tre zavorre sopracitate sarà difficile vendere. Per cui a questo punto ci auspichiamo una veloce decisione in merito alla fusione accompagnata da un serio piano industriale. La fusione personalmente non ci piace ma arrivati a questo punto la vediamo come la unica alternativa praticabile. Mi auguro che venga attuata in tempi brevi assieme a un deciso sfoltimento degli organici e un forte taglio dei costi (filiali etc ). E' assai arduo pensare di aumentare i ricavi per cui la unica forma per tentare di riportare all'utile le due banche è quella di tagliare in maniera decisa i costi del personale e delle filiali da cui si possono risparmiare fin dal 2017 non meno di 250 milioni.Ossigeno quanto mai necessario per due zombie-banks.
Di questo e altro parleremo nel corso della prossima assemblea pubblica della associazione prevista a Falzè di Trevignano il giorno 11 novembre e di cui allego locandina. Ricordo anche che il giorno 16 novembre è prevista la assemblea di Veneto Banca per votare la azione di responsabilità contro Consoli & c.
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