Sento la necessità di fare alcune importanti precisazioni in un momento assai delicato per le due ex popolari venete a pochi giorni dalla conclusione della offerta transattiva.
Vorrei anche chiarire quanto accaduto nell'incontro del 9 marzo a Treviso dove io e Arman abbiamo avuto uno scontro verbale causato da una profonda divergenza in merito alla transazione in corso.
La associazione di cui sono vicepresidente è nata con lo scopo di dare una informazione seria, neutrale e professionale ai soci di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Non è nostro interesse vendere tessere, nè spingere i soci a sottoscrivere mandati per studi legali con lo scopo di iniziare cause. Io non sono un avvocato e non ho interessi diretti nella partita se non il fatto che la mia famiglia ha quote di Veneto Banca acquistate nel tempo.
Il nostro unico scopo è quello di fornire gli strumenti per decidere e districarsi in una situazione oggettivamente difficile per risparmiatori in grandissima parte non esperti, privi di cultura finanziaria e di elevata età media.
Premesso tutto ciò non posso non notare come nel variegato arcipelago di gruppi, comitati, associazioni che dicono di difendere i soci ci siano situazioni non del tutto limpide.
Da una parte ci sono avvocati che continuano a spingere per la causa penale chiedendo di sottoscrivere un esposto presso le procure di Treviso o Vicenza. A che serve a questo punto presentare esposti in procura quando ce ne sono già migliaia, se non per ingolfare due procure già oberate di lavoro, con organici sottodimensionati?
Non serve a nulla anche perchè il processo penale cadrà con grande probabilità in prescrizione e la liquidazione del danno per i soci che si sono costituiti parte civile, andrà fatta in separato procedimento civile che inizierà solo una volta concluso il primo grado penale. In questo modo il socio perderà almeno 3-4 anni per nulla ripartendo di fatto da zero. Il giudice penale non determinerà la liquidazione dei danni alle controparti civili.
Molto meglio iniziare SUBITO la causa civile che va fatta valutando bene i pro e i contro soprattutto tenendo in conto due variabili: la cifra che si perde rispetto al rimborso del 15% e il momento nel quale si sono acquistate le azioni, come ottimamente spiegato dal nostro consulente dott. Rocca dello studio legale Rocca di Milano anche durante l'incontro del 9 marzo a Treviso.
Veniamo allo scontro con Arman il quale sostiene una posizione di totale rifiuto alla proposta di adesione. Legittima, per carità, ma senza fornire alcuna alternativa concreta. Se non una generica idea di rivoluzione sociale che non dà alcun ristoro ai soci azzerati. Le parole di Arman infarcite di discorsi su etica e senso di comunità risultano sterili.
A meno che, come sostengo da tempo, non siano dettati dalla intenzione di voler incendiare gli animi con lo scopo di politicizzare la questione.
Mi fa sorridere Arman quando parla di banche venete comprate per poco dagli speculatori di Atlante o depredate da Roma, Bruxelles e dalla BCE. Fosse intervenuta prima la BCE non avremmo avuto banchieri del buco come Zonin e Consoli.
Una posizione chiaramente politica quella dell'indipendentista Arman (ricordo per chi non lo sapesse che ha fatto campagna elettorale per il partito di Busato Indipendenza Veneta, quello, per intenderci, che aveva raccolto 2,5 milioni di sottoscrizioni per un referendum salvo poi non presentare le firme per la lista alle elezioni regionali del 2015) che sostiene la tesi di restituire le banche per poi farle gestire dai soci.
A che gioco gioca Arman? Dove vuole arrivare? Ma soprattutto cosa porta ai soci questa sua sterile protesta? A nulla. Per fare la rivoluzione servono numeri da portare in piazza. Le manifestazioni con 300 persone fanno il solletico alla politica ahimè.
Cari soci capisco la rabbia, la frustrazione ma la realtà è oggi di fronte a voi in tutta la sua crudezza.
Non fatevi fregare una seconda volta da illusionismi privi di proposte e speranza, che alimentano solo la vostra legittima sete di giustizia. La rabbia è una pessima consigliera.
Se avete ragionevoli possibilità di vincere, rifiutate il 15% proposto e fate causa.
Vi chiedo però con la massima franchezza possibile di non farvi prendere dalla rabbia e non cullare vacue illusioni. Vi porterà a nuove cocenti delusioni.
Commenti
Posta un commento