Egregio governatore Zaia,
la DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 159 del 13 febbraio 2015 avente per oggetto: “Programma Infrastrutture Strategiche. XII° Allegato infrastrutture. Approvazione dell'elenco aggiornato delle opere infrastrutturali ritenute strategiche ed indifferibili per la Regione del Veneto. L. 21 dicembre 2001, n. 443” pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto n. 21 del 3 marzo 2015 prevede la lista aggiornata delle opere strategiche. La delibera conferma tutto il 90, persprogramma di infrastrutture degli anni 90 persino con qualche aggiunta. La crisi del modello economico ed infrastrutturale, i disastri ambientali ed idrogeologici, l'inquinamento atmosferico (Veneto prima regione in Italia e fra le più inquinate d'Europa),la forte riduzione del traffico a fronte di previsioni dei project financing enormemente sovrastimate (vedi Bre.Be.Mi, Valdastico Sud, Passante di Mestre, ecc.), le inchieste della Magistratura che dimostrano il forte intreccio tra Grandi Opere e corruzione non induce la Sua giunta quanto meno ad una pausa di riflessione ma, anzi, accelera, scaricandone presumibilmente i costi sulle prossime generazioni e su un bilancio regionale che sarà costretto a tagliare sui servizi essenziali, sanità in primis. Il programma prevede principalmente opere viarie ma non sono le sole.
Gli interventi da confermare sono 42 per un valore complessivo
di investimenti di 37,5 miliardi di euro. La ricognizione, sommatoria
delle tante richieste regionali e territoriali, non tratta il quadro delle risorse
finanziarie, che ad oggi, non risultano comunque in gran parte disponibili. Un
altro capitolo importante è rappresentato
dai 2,7 miliardi di euro necessari alle opere strategiche per la riduzione del
rischio idraulico delle infrastrutture nel territorio della Regione Veneto.
Francamente un piano aggiornato del costo superiore a 40
miliardi di euro dà esattamente la tragica dimensione della mancata capacità di
selezionare i bisogni e quindi le opere nella nostra Regione. Ammesso e non concesso che li avessimo a
disposizione 40 miliardi di euro perchè metterli tutti su infrastrutture,
il piu’ delle volte sovradimensionate e nate vecchie, perché pensate negli anni
90; non sarebbe invece necessario investire fondi pubblici nella ricerca,
innovazione, formazione, promozione del turismo e tutela delle p.m.i.? In
genere una regione che investe in gigantesche e inutili opere pubbliche e per
contro investe poco in ricerca, sviluppo, salvaguardia e tutela del
territorio presenta alti indici di corruzione.
La strada da prendere è esattamente la opposta di quella che ci
propone la Sua giunta. Spesso sentiamo dire che il Veneto guarda giustamente
alla Baviera come modello da imitare. Peccato governatore che in Baviera certe
opere pubbliche, come la SPV, non avrebbero neppure il coraggio di proporle.
Per tacere del fatto che in Baviera e non solo il famigerato sistema del
project financing non viene utilizzato se non per piccole opere pubbliche (in
gran parte nel settore dell’energia). La Gran Bretagna sta addirittura pensando
di bloccare il sistema del project financing ospedaliero c.d freddo, causa di
crescenti problemi finanziari. Un motivo
ci sarà per cui paesi virtuosi come la Germania e la Gran Bretagna non fanno
uso di tali strumenti di cui invece la Sua giunta ha abusato in questi anni. Ad onor del vero neppure il suo piu’ accreditato avversario
per la carica di futuro governatore della nostra regione, Alessandra Moretti
(Pd) propone una svolta e una rottura rispetto al gigantismo delle grandi opere.
Queste opere avulse dall’attuale contesto economico non portano né lavoro né
valore aggiunto al nostro territorio. Basterebbe migliorare l’esistente
investendo i pochi fondi disponibili nella messa in sicurezza del nostro
territorio. Vorremo evitare altre esondazioni
frutto anche dell’eccessiva e indiscriminata cementificazione della
nostra Regione. Governatore fermiamo questo tipo di "sviluppo"basato
sulle grandi opere. Sarà, ne sono sicuro,un tema caldo della prossima
campagna elettorale. Vorrei chiederle infine che risultati ha prodotto la
commissione di inchiesta regionale sul project financing istituita un paio di anni fa e presieduta dal
consigliere del Pd Fracasso. Ad oggi il silenzio sul suo operato è assordante.
Francesco Celotto
Attivista CO.VE.P.A. e vice-presidente ASEV ( associazione
Sviluppo Economia Veneto)
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