La costruenda Superstrada
Pedemontana Veneta oltre ad essere un salasso per le casse regionali, rappresentando, attraverso il famigerato
sistema del project financing, un debito
occulto a carico dei cittadini veneti, si sta rivelando una ferita mortale per
il nostro territorio e la nostra cultura. Perderemo molta terra fertile
utilizzata per la produzione di coltivazioni DOC e DOP ma soprattutto
inseriremo nel territorio pedemontano
nuovi ed inutili centri commerciali in vicinanza dei caselli della SPV. Il
p.t.r.c (piano territoriale regionale di
coordinamento) prevede che nel raggio di 2 km da un casello la potestà urbanistica,
di autorizzare quindi la costruzione di centri commerciali, uffici o
altri insediamenti (che potrebbero essere, ad esempio, anche inceneritori,
degassificatori etc ) sia sottratta ai Comuni a favore della Regione. La quale
potrà procedere in modo autonomo senza bisogno di coinvolgere le amministrazioni locali in
tali decisioni. La portata di questa norma è devastante per il piccolo commercio
locale e per i centro storici delle città che sorgono in prossimità della SPV.
Non a caso a Bassano il centro commerciale Emisfero inaugurato 2 anni fa e da
sempre in difficoltà ,secondo voci di corridoio, diventerebbe un polo a marchio
IKEA con conseguenze devastanti per i produttori del distretto bassanese del
mobile. Nonostante certi rumors fin dalla costruzione, il centro ha ospitato
negozi che sono dei doppioni di quelli del vicino centro commerciale Il Grifone
per non allarmare forse i produttori di mobili della zona. Nelle vicinanze
della uscita di Bassano della SPV stanno sorgendo almeno altre 2 medie
strutture commerciali nel territorio del comune di Cassola. Il nostro
territorio perderà ulteriori piccole attività commerciali e non solo nei centri
storici, con la conseguente perdita di posti di lavoro, non compensati da
assunzioni nei centri commerciali, impoverirà la nostra cultura ed i ceti medi
mercantili, trasferendo reddito fuori da qui. Il territorio ne uscirà
fortemente depauperato senza contare il fatto che non si capisce chi investa
ingenti capitali in strutture che sorgono in zone già ipersature
commercialmente. La SPV, come detto ormai in svariate occasioni, non porterà né
lavoro né prosperità né sviluppo alla Pedemontana. Governatore Zaia la sfido ad
affermare il contrario dati alla mano, nonostante la Sua giunta si ostini (per l’interesse
di chi?) a non capire che il futuro nostro e dei nostri figli non appartiene
alle grandi opere.
Il rompiscatole torna dopo una lunga pausa. In questo momento il tema caldo per il nostro territorio è lo scandalo relativo alla Banca Popolare di Vicenza e a Veneto Banca. 200.000 azionisti rischiano perdite colossali. In Veneto Banca hanno almeno iniziato a fare pulizia. Via Consoli,via Trinca, via il vecchio cda (anche se Consoli aveva provato a fare resistenza). Cosa aspettano a Vicenza a cacciare Zonin e l'intero cda, reo di tante nedandezze? La azione B.P.VI.valeva 62 euro. Dopo la quotazione se ne varrà 15 gli azionisti potranno baciarsi le mani. Perdita secca di almeno 47 euro ad azione ovvvero meno 75%. Gli azionisti della Popolare di Vicenza sono 126.000. Quanto denaro frutto anche dei risparmi delle nostre famiglie andrà in fumo? Non meno di 2 miliardi di euro equivalenti a una perdita ipotizzabile di circa 25.000 euro ad azionista. Per questo dico #Zonindimettiti . E con lui, ripeto, tutto il cda a partire da Zigliotto, presidente di Confindustria di Vicenza. E...
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