Sulla stampa di ieri troviamo alcune notizie (apparentemente) nefaste per i soci di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Notizie che per ora sono solo indiscrezioni e devono trovare ufficiale conferma da parte dei vertici dei due istituti. Secondo queste voci il valore di collocamento in borsa di Veneto Banca sarebbe di 0,30 euro ad azione e quello di Popolare di Vicenza attorno all'euro. A questo punto facendo due semplici calcoli evinciamo che Veneto Banca varrebbe 35.000.000 di euro e Popolare di Vicenza 100.000.000 circa. Possibile che due banche il cui patrimonio netto si aggira sui 2 miliardi ciascuna valgano quanto una medio-piccola azienda veneta? Possibile che il diciasettesimo gruppo bancario italiano e il decimo valgano messi assieme la "bellezza" di 135.000.000 milioni? Non è possibile perchè vorrebbe dire che sono, di fatto, entrambe fallite e che gli attivi, quindi i prestiti concessi e le relative garanzie a copertura (immobili e altro), non valgono un bel niente. Come dire che l'economia del nord-est è di fatto sparita, in default. Cosi non è. Ammesso che questi siano i valori di quotazione la chiave di lettura è un'altra. Con questi valori e ipotizzando che i vecchi soci non intervengano nell'aumento di capitale, le banche passerebbero di mano ai nuovi padroni siano essi le banche facenti parte del consorzio di garanzia o altri soggetti, che deterrebbero il 96% circa del nuovo capitale. In questo modo i vecchi soci, inclusi i grandi imprenditori nostrani, non conterebbero assolutamente nulla. Una manovra subdola che dimostra come i giochi siano e da tempo già fatti. Con la benedizione della BCE e di Bankitalia si è deciso di sfilare le nostre due banchette ai vecchi soci mettendole in mano a grandi gruppi creditizi. Si tratta pur sempre di banche collocate nel cuore di una delle zone piu' ricche e industriali d'Europa con attivi, cioè prestiti, per un totale di circa 75 miliardi. Impossibile quindi che messe assieme valgano solo 135 milioni di euro. Una manovra sporca che esautora del tutto gli attuali soci piccoli e grandi. Non si capisce come sabato i soci di BPVi possano votare alla cieca si alla trasformazione in spa e alla quotazione senza conoscere il valore a cui verrà quotata la banca. Chiediamo ai vertici delle due banche di fornire urgentemente il valore o meglio la forchetta entro cui verranno quotati i due istituti. Senza questi dati è impossibile procedere ad una corretta valutazione e decisione.
La commissione parlamentare antimafia ha reso pubblica la lista dei cosiddetti impresentabili , cioè dei candidati sui quali pendono giudizi o addirittura condanne anche se non ancora definitive. Sono 17 in tutto: 12 del centro-destra e 5 del centro sinistra. Tra questi spicca il candidato governatore della Campania, il sindaco (anzi ex ) di Salerno, De Luca. Non intendo soffermarmi sull'aspetto legale o etico ma, a poche ore dal voto, vorrei sottolineare che De Luca è stato votato legittimamente e democraticamente sindaco di Salerno e poi sempre dagli elettori campani candidato governatore del Pd . Anche ammettendo che non tutto sia stato fatto alla luce del sole, non si può non affermare che De Luca non abbia ottenuto un largo consenso popolare da parte dei cittadini campani. A questo punto mi chiedo: se De Luca è impresentabile cosa sono i suoi elettori che pure, credo, siano a conoscenza dei gravi reati a suo carico? De Luca è rientrato nella lista non per l’ultima
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