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IL PUNTO DI VISTA DI ASSOPOPOLARI VENETE IN MERITO ALLA SPA E ALLE INDAGINI IN CORSO

Dopo questo periodo di epocali cambiamenti che, purtroppo, hanno distrutto il risparmio dei soci della Popolare di Vicenza viene richiesto di dare ancora fiducia e quindi di approvare la proposta di aumento di capitale a pagamento per rafforzare il patrimonio della banca.

La proposta relativa all’operazione di aumento di capitale relativa è molto generica in quanto mancano degli elementi necessari per decidere. Ci risulta che in data 29.02.16 il Consiglio di Amministrazione della banca abbia presentato la domanda di quotazione in Borsa.

Chiediamo al Presidente Dolcetta di comunicare ai soci due informazioni fondamentali per prendere una decisione in merito alla trasformazione in SpA:
  1. Quale sarà il prezzo delle nuove azioni che verranno emesse o in subordine il range del prezzo previsto ?
  2. Se per i vecchi soci venga previsto il diritto di opzione
Senza queste informazioni i soci, che hanno investito i loro risparmi di una vita e creduto in questa banca, non potranno essere messi in condizione di decidere.

Nel caso non sia possibile avere queste informazioni proponiamo di rinviare la decisione sulla trasformazione e quotazione in borsa fino a quando saranno disponibili queste informazioni come avviene in tutte le assemblee delle altre società.
Inoltre stando alle dichiarazioni del capo della Procura berica dott. Cappelleri, la grave crisi che ha investito la ‘Banca Popolare di Vicenza’ sarebbe stata determinata da precedenti amministratori che avrebbero costituito un’organizzazione ben strutturata gerarchicamente e talmente efficiente sul piano operativo da lasciar pensare che abbia potuto assumere la configurazione tipica dell’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di reati.
Tra questi, oltre all’aggiotaggio e all’ostacolo alla vigilanza - contestati all’inizio delle indagini con conseguenti perquisizioni negli uffici di Vicenza, Milano, Roma e Palermo - e più recentemente al falso in bilancio, rientrerebbero anche la truffa e l’estorsione, peraltro oggetto delle denunce di centinaia di soci presentate anche alle Procure di Udine e di Prato, relativamente ad operazioni di sostegno artificioso delle azioni da parte di responsabili della banca attraverso la concessione di credito subordinata all’acquisto di nuovi titoli.
Considerate la delicatezza delle indagini in corso e le obiettive difficoltà affrontate dalle Procure interessate per la nota scarsità di magistrati inquirenti e di personale amministrativo, la nostra Associazione, nell’impossibilità dell’istituzione di una specie di “superprocura” capace di analizzare e valutare la problematica della ‘Banca Popolare di Vicenza” in una visione d’insieme, auspica che tra gli uffici giudiziari alle prese con la complessa questione si instauri una sistematica, continuativa e proficua collaborazione, con il prevalente ruolo della Procura di Vicenza.
In tal senso, l’Associazione rivolge alle competenti Autorità l’invito a creare all’interno della Procura di Vicenza un autentico pool con un adeguato numero di magistrati e consulenti, gli uni e gli altri con accertata competenza specifica e provata esperienza nel settore del credito.

Ci chiediamo infine come mai oggi la procura arriva a parlare di associazione a delinquere nel caso di BPVi mentre non si arriva a prospettare lo stesso reato nel caso di Veneto Banca.
Forse a Montebelluna erano meno "organizzati" rispetto a Vicenza? A che punto è a Roma l'indagine su Veneto Banca?


Prof Enzo Guidotto presidente
dott Francesco Celotto vicepresidente
Associazione Soci Banche Popolari Venete

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