Di seguito riportiamo la lettera inviata in data odierna alla BCE
Alla
c.a. Dott.sa Daniele Nouy
presidente
del consiglio di vigilanza unico sulle banche presso la BCE
Egregio
presidente,
siamo
una associazione che rappresenta i piccoli soci delle banche Popolari
Venete e cioè: Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
Le
rappresentiamo tutta la preoccupazione dei nostri soci per la
difficile situazione in cui versano i due istituti chiedendoLe
di intervenire in merito ad alcune questioni.
Dalla
stampa veniamo a conoscenza che la BCE ha richiesto a Veneto Banca di
rinnovare il consiglio di amministrazione nel corso della prossima
assemblea dei soci prevista per il 5 maggio . Iniziativa che ci lascia perplessi in quanto non capiamo il motivo di tale richiesta, intervenuta per di piu' prima della quotazione della banca e pertanto senza conoscere il nuovo assetto proprietario che si verrà a formare. Ci sembrava piu' logico attendere la quotazione per poi procedere alla nomina del nuovo consiglio.
Nel
caso invece della Banca Popolare di Vicenza non condividiamo la
decisione della BCE di non spingere per la sostituzione quantomeno
dei due membri del cda condannati in primo grado, ovvero i
consiglieri Breganze e Marzotto di cui chiediamo, per motivi di
opportunità, la immediata cessazione dall'incarico.
Non
condividiamo questa palese difformità che nuoce soprattutto alla
credibilità della Banca Popolare di Vicenza già duramente colpita
da un sensibile calo degli impieghi, del numero di clienti e della
raccolta. Fra l’altro non riusciamo a comprendere come molte delle Vostre lettere, che riteniamo siano riservate, vengano riprese sistematicamente dalla stampa creando, specialmente in questo momento, ulteriore preoccupazione e turbativa nei soci delle due banche, negli osservatori e nel mercato.
Siamo preoccupati anche dalle possibili conseguenze dei tanti finanziamenti ricevuti dai soci per acquistare azioni delle banche stesse, fenomeno particolarmente rilevante nel caso della Banca Popolare di Vicenza. Tali finanziamenti sono in molti casi controgarantiti dalle azioni stesse svalutate per circa il 90% del valore. Cosa accadrà per quanto riguarda questi finanziamenti? Verranno rinnovati?
O
andranno ad incrementare ulteriormente il peso già altissimo dei
crediti in sofferenza creando ulteriori perdite in bilancio?Diventeranno in altre parole crediti inesigibili?
Si
tratta di somme importanti pari a circa 1 miliardo di euro per Banca
Popolare di Vicenza e di 300 milioni circa per Veneto Banca. Somme
che potrebbero bruciare in parte gli aumenti di capitale previsti
creando la necessità di ulteriori dotazioni di capitale.
Chiediamo
alla BCE di intervenire per risolvere i tanti casi dei soci
finanziati che si trovano con un debito da onorare e allo stesso
tempo con titoli pesantemente svalutati.
Serve
una soluzione in grado di non danneggiare le banche e i soci
coinvolti.
Dal
quadro delineato ci pare completamente fuori luogo il piano di
remunerazioni previsto per i vertici delle due banche. Se tali compensi risultano in linea con quelli di istituzioni finanziarie di pari livello, è altrettanto chiaro che le banche in oggetto soffrono di perdite record che non giustificano in alcun modo questi trattamenti economici. Una situazione, questa, che arreca un ulteriore e grave danno di immagine nel momento in cui 205.000 soci hanno perso circa il 90% del valore delle proprie azioni. Su tale aspetto era di recente intervenuta anche Bankitalia la quale aveva emanato delle norme in merito ai tetti dei compensi dell’organo amministrativo.
Infine
Le chiediamo di intervenire per sollecitare i cda delle due banche a
proporre la azione di responsabilità verso i componenti attuali e
dimessi del consiglio colpevoli del dissesto in cui versano i due
istituti.
In attesa di una Sua cortese risposta Le porgiamo i
nostri migliori saluti.
31.03.2016
Il presidente Associazione Soci Banche
Popolari Venete
prof
Enzo Guidotto
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