Apprendo dalla stampa locale che la caserma Montegrappa, storico avamposto del corpo degli Alpini a Bassano, chiusa purtroppo da anni, ritornerà alle penne nere. Qualche giorno fa, a ufficializzazione del passaggio dal demanio alla regione Veneto della caserma, si è tenuta alla Montegrappa la cerimonia di consegna delle chiavi al presidente ANA Montegrappa Giuseppe Rugolo. Una bella operazione nulla da eccepire. Una operazione che restituisce un pezzo di storia alla nostra città. Quello che francamente non piace sono al solito l'utilizzo propagandistico e la strumentalizzazione che fanno della cosa i politici nostrani presenti in prima fila, manco a farlo apposta, alla cerimonia di consegna delle chiavi. Soprattutto gli assessori regionali Ciambetti e Donazzan che, con tempismo sospetto, consegnano proprio ora a un mese e mezzo dalle elezioni la Montegrappa al numeroso (anche, anzi soprattutto, in termini di voti) corpo degli alpini. Una mancia interessata al territorio che non mi piace per niente. Fosse accaduto l'anno scorso avrei plaudito i due esponenti politici regionali ma adesso no, puzza di scambio. Per non tralasciare poi il fatto che Ciambetti e Donazzan hanno affermato che la caserma è stata sottratta alla speculazione, perchè sarebbe andata venduta, magari cartolarizzata dal ministero. Una cosa non rispondente affatto al vero in quanto con i chiari di luna attuali la caserma non è stata oggetto di alcuna proposta di acquisto pur se messa in vendita da tempo. A Bassano ci sono già qualcosa come cinquemila unità immobiliari sfitte. Chi sarebbe tanto folle da pensare di acquisire una vecchia caserma per farci magari un hotel o degli uffici o altri appartamenti? Nessuno. Dal che si desume che la inesattezza o meglio la balla raccontata da Ciambetti e Donazzan serve solo ad appuntarsi un merito in cambio, almeno secondo le loro aspettative, dei tanti voti degli alpini della provincia di Vicenza, dove i due assessori sono, guarda caso, candidati. Al solito una mera operazione elettorale pur se per un fine nobile come quello di riscattare la gloriosa caserma. Politici vecchi, sistemi vecchi. Nulla cambierà almeno fino a quando questi saranno i rappresentanti e i partiti da votare.
Il rompiscatole torna dopo una lunga pausa. In questo momento il tema caldo per il nostro territorio è lo scandalo relativo alla Banca Popolare di Vicenza e a Veneto Banca. 200.000 azionisti rischiano perdite colossali. In Veneto Banca hanno almeno iniziato a fare pulizia. Via Consoli,via Trinca, via il vecchio cda (anche se Consoli aveva provato a fare resistenza). Cosa aspettano a Vicenza a cacciare Zonin e l'intero cda, reo di tante nedandezze? La azione B.P.VI.valeva 62 euro. Dopo la quotazione se ne varrà 15 gli azionisti potranno baciarsi le mani. Perdita secca di almeno 47 euro ad azione ovvvero meno 75%. Gli azionisti della Popolare di Vicenza sono 126.000. Quanto denaro frutto anche dei risparmi delle nostre famiglie andrà in fumo? Non meno di 2 miliardi di euro equivalenti a una perdita ipotizzabile di circa 25.000 euro ad azionista. Per questo dico #Zonindimettiti . E con lui, ripeto, tutto il cda a partire da Zigliotto, presidente di Confindustria di Vicenza. E...
Commenti
Posta un commento