Pare, secondo voci che si raccolgono qua e là in Veneto, che il M5S sia in difficoltà per la raccolta firme per le regionali. Servono in tutto 13.000 firme, circa 2.000 per le province piu' grandi e meno di 1.000 per le province di Belluno e Rovigo. Un candidato consigliere regionale di Venezia ha lanciato l'allarme, affermando poi per giustificare le difficoltà, che il governo ha fatto partire in ritardo i comizi. Ma come se i grillini già a dicembre avevano scelto i candidati, come si fa a dire che è colpa di altri? Tipico scaricabarile grillino. La verità è un'altra, come evidenziavo in un mio post di qualche settimana fa, dove, dati alla mano, raccontavo come il Veneto sia tra le grandi regioni quella che sta raccogliendo meno firme per lo pseudo referendum per la uscita dall'euro. Il M5S Veneto è oggi al palo, senza idee, ne leaders credibili. La campagna per le regionali è gestita dal deputato bellunese D'Incà che non brilla certo per carisma o capacità di coinvolgimento. Nel vicentino,padovano,veneziano il movimento paga le espulsioni, le faide interne, la assenza di un programma e la qualità della squadra dei candidati, una lobby di mediocri senza arte nè parte. Con queste premesse il risultato alle regionali sarà modesto ma statene certi il buon soldatino D'Incà si consolerà dicendo che nel 2010 il M5S aveva preso il 3% e che un 8 o 9% rappresenta un ottimo progresso. Tipico argomento da politicante consumato che non confronta il dato con le politiche del 2013 (25% al M5S ) o le Europee (21%). In realtà nel nord il movimento non gode affatto di buona salute: scomparso in Trentino-Alto Adige e Friuli, in grosso affanno in Emilia Romagna. Tiene solo dove il Pd è logorato da anni di mala politica, come in Liguria, e le alternative sono rappresentate da candidati pessimi e deboli sul territorio ( Toti). Evidenziando una volta di piu' come quello grillino sia solo un voto di protesta al di là delle poche e confuse idee e degli inconsistenti programmi espressi dai candidati pentastellati.
E'duro ammetterlo ma e' per me oggi frustrante essere italiano. Una parte dei miei concittadini e'ostinatamente decisa a non cambiare. Ci ritroviamo cosi' dopo 20 allo stesso punto da cui eravamo partiti. La Dc vestita da Pd la fa ancora da padrona. Da Forlani a Mattarella, passando per tutte le false e gattopardesche svolte di questi anni (Berlusconi, Bossi, Prodi, D'Alema, Grillo) il tema di fondo e' stato sempre quello: far finta di cambiare e mantenere il potere ben saldo nelle mani dei soliti o dei loro eredi. Ero stato all' estero per circa 10 anni, stanco di un paese per vecchi dove, da quando ho coscienza politica, sento parlare di riforme. Nel 2010 tornai con la speranza di poter finalmente fare qualcosa per il mio paese. Vedevo nel movimento di Grillo il possibile cambiamento, la spinta a riformare un paese vecchio, ostaggio di una casta che va da destra a sinistra e tocca in modo trasversale tutta la societa' italiana: i sindacati, i partiti...
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