La lista del presidente ovvero la lista Zaia doveva, stando ai bene informati, essere una lista di facce nuove, pulite, credibili, espressione della società civile. Invece pare sarà una lista-navetta buona per imbarcare politici in odore di trombatura, ad esempio l'assessore Donazzan che difficilmente verrebbe eletta in una lista di Forza Italia, o consiglieri che non trovano posto nella lista della Lega, come il bassanese Finco. Una lista buona per raccattare voti di qua e di là pur di vincere, in una competizione elettorale che appare durissima. Una lista che certamente non rappresenta quella novità auspicata da molti ma che sarà buona solo per riciclare al piu' qualche cariatide. D'altra parte che novità ci possiamo attendere da Zaia? Anche lui rappresenta il vecchio, era vicepresidente con Galan. La cosa tragica è che anche chi dovrebbe rappresentare il nuovo, come Berti del M5S, è in realtà irrilevante e insignificante politicamente, appiattito su slogan ormai inefficaci e privo di progettualità e proposta politica. Per non parlare della candidata Moretti, che non rappresenta certo una alternativa credibile. In realtà abbiamo toccato il fondo. La offerta politica è pessima e il 31 maggio, giorno delle elezioni, sarà meglio fare un giro al mare o ai monti. Ormai la politica rappresenta solo sè stessa, un teatrino dell'orrore patetico e interessato solo a difendere gli interessi di alcuni blocchi sociali. La politica e i suoi rappresentanti dovrebbero rappresentare il meglio di una società. Qui invece si fa a gara a proporre il peggio. Che comunque da qualcuno verrà sempre votato.
E'duro ammetterlo ma e' per me oggi frustrante essere italiano. Una parte dei miei concittadini e'ostinatamente decisa a non cambiare. Ci ritroviamo cosi' dopo 20 allo stesso punto da cui eravamo partiti. La Dc vestita da Pd la fa ancora da padrona. Da Forlani a Mattarella, passando per tutte le false e gattopardesche svolte di questi anni (Berlusconi, Bossi, Prodi, D'Alema, Grillo) il tema di fondo e' stato sempre quello: far finta di cambiare e mantenere il potere ben saldo nelle mani dei soliti o dei loro eredi. Ero stato all' estero per circa 10 anni, stanco di un paese per vecchi dove, da quando ho coscienza politica, sento parlare di riforme. Nel 2010 tornai con la speranza di poter finalmente fare qualcosa per il mio paese. Vedevo nel movimento di Grillo il possibile cambiamento, la spinta a riformare un paese vecchio, ostaggio di una casta che va da destra a sinistra e tocca in modo trasversale tutta la societa' italiana: i sindacati, i partiti...
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