In questi ultimi giorni alcuni soci della Veneto Banca stanno ricevendo offerte per vendere le azioni della banca a 14 euro. Pare che dietro a queste offerte ci siano grossi imprenditori veneti che evidentemente stanno rastrellando le azioni della popolare per contenderne il controllo alla cordata di banche che ha formato il consorzio a garanzia dell'aumento di capitale da 1 miliardo.
Come mai questi soggetti offrono un prezzo che è il doppio rispetto al prezzo di recesso fissato in 7,3 euro? Sono forse dei benefattori? Non credo. Penso invece che sia in corso una vera lotta per contendersi il controllo della Vento Banca tra una cordata nazionale (e magari anche internazionale) e una cordata veneta. Per continuare ad avere una banca al servizio di certi potentati locali. A questo punto chiediamoci se dietro le minacce di baratro e cataclisma finanziario della banca sbandierato dalle famigerate associazioni di categoria ( Confartigianato e Unindustria in primis ) nel caso passasse il no alla spa non ci sia invece qualcosa di molto più triviale. Se passasse il no alla spa da lunedì arriverebbe la vigilanza europea a ficcare il naso tra le carte della Popolare a Montebelluna, magari per qualcuno cambierebbe l'andazzo e finalmente conosceremo davvero i conti dell'azienda e quale sia il valore della azione. 7,30 o 14 euro?
Per intanto suggerisco ai soci di votare no alla spa e non attivare il diritto di recesso. Tanto perso per perso giochiamo questa partita fino in fondo.
Francesco Celotto
Associazione Soci Banche Popolari Venete
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