Egregio direttore Mannino,
Le scrivo in quanto la considero uno dei pochi giornalisti veneti, se non l'unico, che ha avuto la voglia e il coraggio di fare chiarezza e vera informazione sul caso spinoso di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Il suo giornale Vvox già da diversi mesi fornisce il quadro completo della situazione con numerosissimi e documentati servizi. Lo stesso non si può dire dei suoi colleghi della stampa veneta fino ad oggi poco presenti. Ora parlano della vicenda ma facendo, come spesso accade in Veneto (e non solo), disinformazione. Il 10 eravamo a Falzè di Trevignano e, di fronte a quasi 400 soci di Veneto Banca, abbiamo spiegato la posizione del coordinamento delle associazioni banche popolari venete. Ieri lo abbiamo ribadito alla numerosa stampa convenuta alla messa celebrata da don Enrico Torta a Dese. Crede che i suoi esimi colleghi abbiano riportato la linea del coordinamento?Assolutamente no. Si sono limitati a riportare le parole pur dure di don Torta contro le banche, contro l'egoismo di chi rincorre solo il dio quattrino, contro i famelici banchieri. Tutto bello. Ma non è quello che noi rappresentanti del coordinamento abbiamo detto ai suoi colleghi; a questo punto ESIGIAMO CHE VENGA RIPORTATO DA QUEI GIORNALI CHE DA TEMPO INFORMANO MALE O MEGLIO DISINFORMANO I CITTADINI VENETI.
Perchè lo fanno?Per distrazione?Per mala fede?Per servilismo verso i potenti di turno e verso il sistema che non vuole cambiare?Credo che non siamo in presenza di giornalisti distratti ma di giornalisti SERVI. Non per nulla l'Italia è considerato un paese a semilibertà di informazione e si colloca in questa speciale classifica solo al 76mo posto. Ovvero uno dei paesi europei dove la libertà di stampa è tra le minori. DA ATTIVISTI E DA CITTADINI ESIGIAMO CHE LA STAMPA FORNISCA LA NOSTRA POSIZIONE: rinvio della assemblea di Veneto Banca, azzeramento del cda e nomina di uno nuovo nel quale siano presenti rappresentanti dei piccoli azionisti, creazione di una commissione di esperti indipendenti che determini l'esatto ammontare dei crediti in sofferenza di Veneto Banca, no alla trasformazione in spa e scissione in piccole banche con attivi sotto gli 8 miliardi di euro in modo che l'infausto decreto del governo non venga applicato. Questo è quanto abbiamo espresso tramite le interviste rilasciate e tramite un volantino distribuito ai giornalisti presenti a Dese. Che hanno bellamente ignorato il volantino e si sono ben guardati dal pubblicare o trasmettere le nostre interviste.
Chiediamo ai suoi esimi colleghi di riportare le cifre del disastro che incombe su famiglie e imprese: con questa operazione il territorio perderà 8 dico 8 miliardi di euro. La differenza nella quotazione delle due Popolari ( 40,75 euro VB, 62,5 BPVi) tra il picco del 2013 e quanto varranno ,presumibilmente, una volta in borsa. Tanto per intenderci le perdite relative a Banca Etruria, Carife e le altre due banche salvate sono pari a 330 milioni di bond subordinati e 190 milioni di capitale. Totale 520 milioni circa di euro. Una bazzecola. In Veneto perdiamo 8.000 milioni pari al 11% del nostro pil e la stampa continua a disinformare. ESIGIAMO INFORMAZIONE. Subito. Dalla stampa regionale e nazionale. Noi Veneti non possiamo passare sempre per "bauchi" e polentoni.
Francesco Celotto
coordinamento Associazioni Soci Banche Popolari Venete
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