Polenta e coniglio. Un piatto saporito, semplice. Ripensando a quanto è successo ieri alla assemblea della Veneto Banca, che ha approvato con maggioranza bulgara la trasformazione in spa, mi viene in mente questo. Si perché in questo piatto si riassumono le caratteristiche del popolo veneto: coniglio e polentone. Coniglio perché ancora una volta si è piegato agli ordini del "paron" e polentone perchè oltre a un atavico complesso di sudditanza ha dimostrato di non avere neppure le palle per protestare, per dire almeno simbolicamente NO a una operazione finanziaria che in un pomeriggio ha certificato la evaporazione di 4 dico 4 miliardi di euro dai portafogli dei soci Veneto Banca. 4 miliardi di euro ovvero 8.000 milioni di vecchie lire, ovvero 40.000 euro circa persi a cranio. In Toscana, altra razza , altra gente, per molto meno hanno rovinato la Leopolda al bullo di Firenze. Ieri alla assemblea vi era un dispiegamento massiccio di carabinieri e polizia. Si aspettavano rivolte, tensioni. A parte qualche sommesso borbottio non si è visto nulla. Hanno detto tutti si. Hanno battuto tutti la manina dicendo ma se dico no perdo tutto. Bravi fessi. Hanno già perso l'80% in media. Ma il 20% almeno è salvo! Assurdo non hanno capito nulla. La borsa certificherà probabilmente il vero valore delle azioni della VB. E sarà, come molti esperti prevedono, inferiore ai 7,30 euro. Forse non sanno i tanti ignari polentoni che le grandi aziende creditizie in borsa hanno perso valore negli ultimi anni. La borsa non risana certifica semmai il vero valore di una azienda.
Provo un senso di rabbia vedendo che per l'ennesima volta il popolo veneto se l'è fatta mettere in culo battendo le manine e dicendo "comandi" al "paron". Ieri a Venegazzu' c'era la claque. Nelle prime quattro fila tanti zelanti dipendenti. Sperano, forse, che il loro servilismo venga ripagato. Poi tanti che dicevano meglio dire si a denti stretti che dire no, perdere tutto e vedere la banca in liquidazione. Cosa non rispondente al vero. Ma tant'è; questo il messaggio che la banca aveva trasmesso ai sudditi. I dipendenti fedeli alle consegne non hanno capito che, ad aprile, dopo la quotazione in borsa, arriverà un nuovo padrone, chissà chi, che forse taglierà posti e filiali con l'accetta. I sindacati sempre più piegati alle logiche padronali hanno applaudito all'accordo che "salva" i posti di lavoro. Patetici. Le organizzazioni di categoria hanno detto: dite si altrimenti saltano i fidi. Una volta in borsa e con nuovi padroni in sella non credono che, magari il fido, al signor Gianni, artigiano di Trevignano, verrà comunque revocato?
Provo un senso di rabbia vedendo che per l'ennesima volta il popolo veneto se l'è fatta mettere in culo battendo le manine e dicendo "comandi" al "paron". Ieri a Venegazzu' c'era la claque. Nelle prime quattro fila tanti zelanti dipendenti. Sperano, forse, che il loro servilismo venga ripagato. Poi tanti che dicevano meglio dire si a denti stretti che dire no, perdere tutto e vedere la banca in liquidazione. Cosa non rispondente al vero. Ma tant'è; questo il messaggio che la banca aveva trasmesso ai sudditi. I dipendenti fedeli alle consegne non hanno capito che, ad aprile, dopo la quotazione in borsa, arriverà un nuovo padrone, chissà chi, che forse taglierà posti e filiali con l'accetta. I sindacati sempre più piegati alle logiche padronali hanno applaudito all'accordo che "salva" i posti di lavoro. Patetici. Le organizzazioni di categoria hanno detto: dite si altrimenti saltano i fidi. Una volta in borsa e con nuovi padroni in sella non credono che, magari il fido, al signor Gianni, artigiano di Trevignano, verrà comunque revocato?
Mi aspettavo ieri almeno un colpo d'ala, una reazione di orgoglio. Invece no da buoni veneti il piattume più totale. Solo silenzio e disperazione. Ho avuto la prova provata che siamo rivoluzionari da bar. Ci hanno soffiato 40.000 euri a testa e alle 17 da buoni servi eravamo al buffet a mangiare il piatto che il "paron" serviva. Un popolo che non ha coscienza civica e non sa far valere le proprie ragioni tale non è. Non sarò complice di questo sfascio morale e civico. Ma prendo atto che il popolo veneto è un popolo di conigli e polentoni. Ringrazio comunque i 244 soci che hanno deciso di ribellarsi all'ennesimo sopruso e a tutti quelli che ci hanno seguito durante le numerose serate. Sono stati tanti ma alla fine molti di loro non hanno avuto il coraggio di dire no. Grazie alla loro presenza e al nostro lavoro abbiamo dato voce e ragioni al fronte del NO. Altrimenti sarebbe stato si al 100%. Neppure in Corea del Nord vincono con queste percentuali Il nostro lavoro comunque non termina qui.
Polenta e coniglio. Riflettete veneti riflettete.
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