La associazione soci
banche popolari venete augura un buon lavoro al nuovo presidente di
Veneto Banca Ambrosini. Chiediamo che il nuovo cda proponga in tempi rapidi, come
promesso a caldo ieri sera, alla prossima assemblea
post aumento di capitale, la azione di responsabilità contro gli ex
amministratori della banca. Da troppo tempo si tergiversa su questo
delicato punto che non puo' essere di secondaria importanza. In
merito alla assemblea di ieri ribadiamo quanto affermato nel corso
dell'intervento del vicepresidente Celotto.
Il
bilancio 2015 contiene diversi elementi dubbi ma uno su tutti ci
lascia profondamente perplessi.
Le
sofferenze lorde sono ancora elevate e pari a 5 miliardi: quando
verranno spesate? A quanto?
Il
coverage dei crediti deteriorati di Vb è il piu' basso tra le
maggiori banche italiane.( 37,8% contro una media del 44,5%). La
banca ha un pessimo Texas Ratio (rapporto
tra crediti
deteriorati
lordi
e patrimonio tangibile più accantonamenti)
pari al 225,7% (media di sistema 159,1%), secondo solo a MPS. Questo
comporta che nei prossimi anni si dovranno fare ulteriori pesanti
svalutazioni vanificando almeno parzialmente l'aumento di capitale
da un miliardo per cui il patrimonio netto tangibile della stessa è
già oggi inferiore all'aumento di un miliardo.
Come
mai la copertura dei crediti deteriorati è così bassa? Forse solo
per presentare un bilancio meno brutto in vista della borsa? In
merito alle sofferenze chiediamo se e quanti crediti siano stati
concessi agli attuali e ai precedenti amministratori della banca e a
chi siano stati concessi crediti rilevanti ( oltre 500.000 euro),
soprattutto ai primi 1000 soci della banca. A fronte di quali
garanzie e a che condizioni sono stati concessi tali rilevanti
finanziamenti? Esigiamo su questo punto una azione di assoluta
trasparenza e una immediata informativa da parte dell'attuale
management. In futuro non dovranno piu' essere concessi crediti ai
membri del cda, anche e soprattutto a quelli del nuovo cda, che pare
siano legati a gruppi che hanno significativi importi di crediti in
sofferenza (pari a quasi 400 milioni) con la banca. Su questo punto
esigiamo chiarezza dal nuovo presidente Ambrosini.
Date
queste premesse riteniamo assai problematica la operazione di
quotazione in borsa. Chi tra grandi e piccoli investitori aderirà
all'aumento di capitale di un istituto che oggi vale meno
dell'aumento stesso con la quotazione in borsa che, se avverrà, sarà
certamente inferiore al collocamento?
Di
sicuro non le grandi banche italiane che già oggi scontano uno
scenario settoriale estremamente negativo con il rischio di pesanti
impatti sui propri indici patrimoniali. Forse vi aderiranno i soci
aderenti alla associazione "Per Veneto Banca", che ha
promosso la lista vincente per il nuovo cda?
Attendiamo
dei chiarimenti in merito dal presidente Ambrosini.
Associazione
Soci Banche Popolari Venete
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