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Non comperate azioni di BPVi: a 0,10 non è un affare

Consiglio ai soci di BPVi di NON comperare azioni della banca. Neppure a 0,10 euro ad azione è un affare. Considerando i multipli di borsa infatti a questo prezzo sarebbe valutata lo 0,38% del patrimonio al livello cioè di banche come UBI, Banco Popolare etc.
Banche che oggi valgono di piu' della Popolare di Vicenza, la quale non ha un credibile piano industriale ( la Consob ha perplesso seri dubbi su quello presentato da Iorio), subisce un grosso calo reputazionale e una fuga dei correntisti con conseguente continuo e prolungato calo degli impieghi. Una banca malmessa in un settore che oggi sconta una crisi gravissima dovuta in gran parte al livello monstre dei crediti deteriorati e degli incagli ( pari in totale a 360 miliardi cioè il 20% circa del totale dei prestiti). Banca Popolare di Vicenza, lo afferma Mediobanca, varrebbe tra 1,1 e 1,5 miliardi quindi un livello addirittura inferiore all'aumento di captale da 1,75 miliardi di euro. Ipotizzabile  una discesa della quotazione, sempre che riesca a quotarsi in borsa. Altrimenti sarà una banca in mano a un fondo (Atlante) creato apposta per non intervenire la banca con la procedura di bail-in che avrebbe avuto conseguenze disastrose per il nostro sistema creditizio. Sorte analoga toccherà probabilmente a Veneto Banca. Non è difficile ipotizzare quindi una quotazione per la azione BPVI, sempre che ci arrivi in borsa, a 0,06-0,05. Se non arriverà in borsa le azioni saranno di proprietà per il 99,4% del fondo Atlante e la banca avrà comunque i recquisiti patrimoniali minimi imposti dalla BCE ( cet 1 al 10,5% ). Il fondo Atlante a questo punto interverrà nella gestione, farà, si spera, pulizia nel bilancio e nominerà un nuovo cda. A quel punto magari venderà la banca al miglior offerente se qualcuno dimostrerà interesse.

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