E' stata fissata la forchetta di prezzo della azione della Popolare di Vicenza: da 0,10 a 3 euro. Un prezzo bassissimo, lontanissimo dai 6,30 euro del recesso. Il "bello" viene adesso. Ci sono infatti soci che hanno comperato le azioni della banca con un finanziamento ottenuto dalla Popolare stessa. Le azioni a garanzia del prestito non valgono praticamente più nulla e pare che ad alcuni soci sia stato chiesto il rientro dal fido. Questo è l'urgente problema che incombe su tanti soci a partire da adesso. Titoli in portafoglio a zero e mutui in essere per pagare qualcosa che non vale piu' nulla. Oltre al danno la beffa. Come ne usciamo? Se questi soci non sono in grado di ripagare il debito che hanno con la banca, si profilano nuove perdite per la banca di Vicenza. Nuovi crediti deteriorati che si aggiungono a quelli in essere e potrebbero diventare in tutto 9 miliardi. Una situazione difficilissima che conferma tutti i timori della vigilia con una banca il cui capitale varrebbe oggi solo 10 milioni di euro. Possibile? Si possibile. Ci si è arrivati con la compiacenza di tante istituzioni Banca d'Italia in primis che non hanno controllato nulla e anzi hanno permesso che questa situazione degenerasse fino a questo punto. Speriamo nelle inchieste perchè se tutto va bene il valore della Popolare di Vicenza toccherà, forse i 3-4 euro, in un possibile prossimo lontano futuro. Suonano come una beffa le parole di Iorio "Poteva andare peggio". Si poteva fallire. A questo punto non saprei cosa sia peggio per i poveri azionisti.....
E'duro ammetterlo ma e' per me oggi frustrante essere italiano. Una parte dei miei concittadini e'ostinatamente decisa a non cambiare. Ci ritroviamo cosi' dopo 20 allo stesso punto da cui eravamo partiti. La Dc vestita da Pd la fa ancora da padrona. Da Forlani a Mattarella, passando per tutte le false e gattopardesche svolte di questi anni (Berlusconi, Bossi, Prodi, D'Alema, Grillo) il tema di fondo e' stato sempre quello: far finta di cambiare e mantenere il potere ben saldo nelle mani dei soliti o dei loro eredi. Ero stato all' estero per circa 10 anni, stanco di un paese per vecchi dove, da quando ho coscienza politica, sento parlare di riforme. Nel 2010 tornai con la speranza di poter finalmente fare qualcosa per il mio paese. Vedevo nel movimento di Grillo il possibile cambiamento, la spinta a riformare un paese vecchio, ostaggio di una casta che va da destra a sinistra e tocca in modo trasversale tutta la societa' italiana: i sindacati, i partiti...
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