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BPVi: fine corsa

Ormai tutto è chiaro: il fondo Atlante (partecipato tra gli altri da Unicredit, Intesa, Cdp) si cuccherà (scusate il linguaggio poco consono ma a questa ora....) l'inoptato di Banca Popolare di Vicenza. Si papperà il 100% delle azioni dell'istituto berico visto che nessuno comprerà le azioni offerte per l'aumento di capitale da 1,7 miliardi che sarà interamente (o quasi) coperto da fondo Atlante. Verranno emesse 17.000.000.000 (17 miliardi) di nuove azioni al prezzo di 0,10 euro cadauna. I vecchi soci, che probabilmente non sottoscriveranno nulla, avranno lo 0,67% del capitale della banca. L'istituto, a quanto pare, a questo punto potrebbe non riuscire neppure a quotarsi in borsa. Le regole prevedono che il 25% almeno sia collocato in borsa, il cosiddetto flottante. Ma se nessuno compera, il flottante sarà pari a 0 e quindi la banca per ora non sbarcherà a Piazza Affari. Sempre oggi leggo che i contenziosi da parte dei clienti ammontano a 1 miliardo. I clienti che hanno presentato ricorsi con richieste di rimborsi sono circa 4500. Se pensiamo che non meno di 50.000 soci hanno acquistato azioni a partire dal 2011 a un prezzo di 62,5 euro possiamo ipotizzare che il numero dei reclamanti aumenterà considerevolmente. La banca ha già messo a riserva per contenziosi legali 450 milioni circa destinati ad aumentare, erodendo probabilmente parte dell'aumento di capitale che con il quadro prospettato potrebbe essere bruciato in pochi mesi. A questo punto come non capire, che nessuno ha interesse a investire in una banca di fatto fallita salvata solo grazie alla "creazione" del fondo Atlante. La alternativa sarebbe la applicazione del bail-in con conseguenze devastanti per tutto il sistema bancario italiano.
Mi chiedo come sia potuto accadere tutto questo, come siano stati turlupinati in questo modo tanti soci-risparmiatori, come Zonin abbia potuto arrivare a questo.Per fortuna che è intervenuta la BCE altrimenti chissà dove saremmo arrivati. Spero solo che la magistratura porti a termine il suo lavoro, che i colpevoli paghino, che questo serva di lezione per un popolo di analfabeti finanziari e per i complici del "sistema" Zonin a tutti i livelli. Troppo grande la sberla per tutti con la beffa finale di una banca che non riuscirà neppure a quotarsi in borsa. Che futuro la attende? 
Oggi il patrimonio netto tangibile di questa banca è di fatto pari a zero (nonostante abbia attivi cioè prestiti per circa 40 miliardi) ma soprattutto vale sottozero il patrimonio intangibile cioè la sua credibilità e la sua reputazione. Non so se riuscirà mai a recuperarla, soprattutto dopo che una parte considerevole dei suoi soci hanno detto no alla azione di responsabilità contro Zonin e c.
Tra qualche settimana tocca a Veneto Banca e non vorrei si ripetesse questo macabro copione. 
Qualunque sia l'esito il Veneto esce definitivamente ridimensionato da questa brutta vicenda delle Popolari e con esso la sua miope, scadente e meschina classe dirigente (politici, imprenditori di peso, borghesia delle professioni, stampa etc ) da sempre incapace di avere una visione strategica che non fosse quella della propria "parrocchietta". Un bel De profundis risuona sulla nostra regione. Nulla sarà più come prima. Alcune Cassandre, trattate come fastidiosi rompiscatole, avevano avvertito. Inascoltate. Nonostante tutto tanti, troppi continuano a non capire o fanno finta di farlo.

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