Renzi vuole cacciare i furbetti del cartellino in 48 ore, ossia quegli impiegati pubblici che timbrano il cartellino (o lo fanno timbrare da altri) e poi magari non vanno a lavorare o fanno la spesa o altro in orario di ufficio. Proposta assolutamente condivisibile. Che fanno i sindacati anzichè appoggiare la cosa? Dicono che 48 ore sono troppo poche e che comunque le norme per cacciarli ci sono già. A parte che dubito molto della efficacia delle norme in vigore, questa volta la proposta del premier va appoggiata senza se e senza ma. Invece i sindacati parte organica di quella casta che da sempre occupa posizioni di potere ed è il vero freno al cambiamento del paese, mettono i bastoni tra le ruote. I sindacati sono stati uno dei migliori alleati dei tanti gattopardi che hanno fatto finta di cambiare l'Italia. Loro sono i primi a non volere introdurre istituti quali il reddito di cittadinanza e la indennità universale di disoccupazione, esistenti in tanti paesi europei. I sindacati vogliono difendere lo status quo, la cassa integrazione, la mobilità e tanti criticabili strumenti che creano un cronico e perverso assistenzialismo. Ai sindacati va bene mantenere questi istituti, nei quali loro rappresentano e difendono, in teoria, gli interessi dei lavoratori. In realtà difendono la loro esistenza, i loro posti e soprattutto i loro privilegi: nessuna o ridottissime tasse sul cospicuo patrimonio immobiliare e nessun obbligo di presentare i bilanci. In questo caso hanno perso una ulteriore occasione per stare zitti. Avrebbero fatto una migliore figura.
Il rompiscatole torna dopo una lunga pausa. In questo momento il tema caldo per il nostro territorio è lo scandalo relativo alla Banca Popolare di Vicenza e a Veneto Banca. 200.000 azionisti rischiano perdite colossali. In Veneto Banca hanno almeno iniziato a fare pulizia. Via Consoli,via Trinca, via il vecchio cda (anche se Consoli aveva provato a fare resistenza). Cosa aspettano a Vicenza a cacciare Zonin e l'intero cda, reo di tante nedandezze? La azione B.P.VI.valeva 62 euro. Dopo la quotazione se ne varrà 15 gli azionisti potranno baciarsi le mani. Perdita secca di almeno 47 euro ad azione ovvvero meno 75%. Gli azionisti della Popolare di Vicenza sono 126.000. Quanto denaro frutto anche dei risparmi delle nostre famiglie andrà in fumo? Non meno di 2 miliardi di euro equivalenti a una perdita ipotizzabile di circa 25.000 euro ad azionista. Per questo dico #Zonindimettiti . E con lui, ripeto, tutto il cda a partire da Zigliotto, presidente di Confindustria di Vicenza. E...
Commenti
Posta un commento