Le nubi sul panorama economico stanno tornando tutte anzi piu' minacciose di prima. Dopo il 2008 si prevede un 2016 di grave affanno per il mondo. Il FMI ha tagliato le stime di crescita e forse ancora le taglierà. Il problema del mondo non è però il pil, le banche o l'economia. Il problema è la dimensione stessa del mondo. Come può infatti un mondo finito e limitato crescere infinitamente senza sosta, per l'eternità? E' una contraddizione in termini ovvia, lapalissiana , la capisce credo anche il più analfabeta tra noi, non occorre avere un master a Yale o a Oxford per capirlo. Invece no. Gli accademici, i professoroni, i geni della finanza che pretendono di comandarci, ci parlano ancora di "crescita", di produzione, di incremento del pil. Ma di che cazzo (scusate il francesismo) stiamo parlando? Il mondo nel 2016 non può più crescere almeno non nei termini conosciuti fino ad oggi. Se in Cina dovessero avere, come abbiamo nelle nostre famiglie, tre automobili per nucleo o tre televisori o cinque cellulari il mondo semplicemente smetterebbe di esistere a causa dell'impatto ambientale che ciò comporterebbe. Ma essendo tutto il sistema costruito e tarato sul consumismo, anzi su un consumismo sempre più aggressivo e spinto, non si riesce a pensare e vedere oltre un modello di economia di mercato ormai moribondo. Dobbiamo ripensare tutto. Dobbiamo puntare su altro. Dobbiamo smontare la economia tradizionale basata su un consumismo selvaggio se vogliamo sopravvivere. Altrimenti tra un paio di decenni al massimo, parte della terra sarà arido e impossibile da vivere a causa del cambio climatico. E se noi saremo, come pare, sempre di piu' come faremo a sopravvivere tutti? Impossibile. Non ci stiamo tutti. Dobbiamo iniziare a puntare su altre forme di energia pulita, costruire meno oggetti, consumare in maniera meno consapevole e accettare di avere meno e anche di crescere meno. Servirà una radicale riforma del sistema finanziario e bancario, con la eliminazione pressochè totale della finanza derivata e una ristrutturazione del debito privato e pubblico. Dovremmo ripensare le forme di mobilità e diventare tutti cittadini informati e civicamente attivi. Non sono più sopportabili gli eccessi di questi anni, la accumulazione di ricchezza impressionante in capo a pochi a detrimento della collettività. Servirà una profonda riforma della politica e un ritorno dello stato sociale per compensare le distorsioni del mercato. In parole povere dovremmo fare il contrario di quello che abbiamo fatto in questi anni: deglobalizzare e tornare alle origini. O il mondo, neppure tanto lentamente, morirà. E con esso gran parte di noi e dei nostri figli. Riflettete gente riflettete. Deglobalizziamoci e depuriamoci!
Il rompiscatole torna dopo una lunga pausa. In questo momento il tema caldo per il nostro territorio è lo scandalo relativo alla Banca Popolare di Vicenza e a Veneto Banca. 200.000 azionisti rischiano perdite colossali. In Veneto Banca hanno almeno iniziato a fare pulizia. Via Consoli,via Trinca, via il vecchio cda (anche se Consoli aveva provato a fare resistenza). Cosa aspettano a Vicenza a cacciare Zonin e l'intero cda, reo di tante nedandezze? La azione B.P.VI.valeva 62 euro. Dopo la quotazione se ne varrà 15 gli azionisti potranno baciarsi le mani. Perdita secca di almeno 47 euro ad azione ovvvero meno 75%. Gli azionisti della Popolare di Vicenza sono 126.000. Quanto denaro frutto anche dei risparmi delle nostre famiglie andrà in fumo? Non meno di 2 miliardi di euro equivalenti a una perdita ipotizzabile di circa 25.000 euro ad azionista. Per questo dico #Zonindimettiti . E con lui, ripeto, tutto il cda a partire da Zigliotto, presidente di Confindustria di Vicenza. E...
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