Mi sento, politicamente parlando, un orfano. Oggi non mi riconosco in nessuno dei partiti presenti sul mercato elettorale. Il Pd renzusconiano mi fa ribrezzo con il suo cocktail esplosivo di liberismo e pseudo-rinnovamento basato su ricette vecchie di 40 anni fa (grandi opere in primis), la sinistra (Sel e cespugli vari) mi sembra rimasta legata a schemi e a un linguaggio degni di una altra epoca, totalmente incapace di proporre un vero riformismo (parlano sempre e solo di difesa del lavoro dipendente e il resto? Sulla difesa dell'ambiente sono ambigui, perchè disposti ad accettare qualsiasi compromesso pur di raccattare un po'di posti di lavoro, sul resto non sono pervenuti), la destra non vale neppure la pena di sprecare due parole infine M5S e Lega Nord mi sembrano francamente i primi una accozzaglia di incapaci servetti al soldo dei due duci, i secondi troppo spostati a destra e con una vena eccessiva di populismo. Viviamo un momento di drammatica carenza politica e progettuale, imbrigliati in una pericolosa situazione di stallo. La politica è assolutamente autoreferenziale, ripiegata su sè stessa in difesa dei soliti privilegi; la opposizione non esiste o è debole, figlia di tanti anni di compromesso storico, che hanno totalmente depotenziato un vero dibattito interno e la costruzione di una reale opposizione. Il paese si è avvitato in una pericolosa apatia, nella quale, si tende a difendere l'esistente, timorosi di qualsiasi cambiamento che possa mutare lo status quo. Non giova poi la posizione geopolitica dell'Italia e l'interesse che hanno gli americani in primis affinchè non si creino situazioni di tensione sociale come in Grecia o Spagna, paesi comunque con altra storia, anagrafe e cultura. L'Italia è l'asino che non puo' crollare, perchè trascinerebbe nel baratro tutti. Non possiamo neppure pero' rassegnarci alla idea di invecchiare renziani. Il discorso di oggi di Mattarella non mi è piaciuto, pieno di luoghi comuni nel solco del mantenimento dello status quo, non nella proposizione di un cambiamento di marcia nella politica del paese. Da un ex dc della prima repubblica non mi attendevo nulla di piu'. Come detto siamo in un cul de sac. O le forze migliori, ammesso che ci siano, fanno quadrato e tentano di forzare un cambiamento o non ci resta che lasciare il paese al suo destino.
E'duro ammetterlo ma e' per me oggi frustrante essere italiano. Una parte dei miei concittadini e'ostinatamente decisa a non cambiare. Ci ritroviamo cosi' dopo 20 allo stesso punto da cui eravamo partiti. La Dc vestita da Pd la fa ancora da padrona. Da Forlani a Mattarella, passando per tutte le false e gattopardesche svolte di questi anni (Berlusconi, Bossi, Prodi, D'Alema, Grillo) il tema di fondo e' stato sempre quello: far finta di cambiare e mantenere il potere ben saldo nelle mani dei soliti o dei loro eredi. Ero stato all' estero per circa 10 anni, stanco di un paese per vecchi dove, da quando ho coscienza politica, sento parlare di riforme. Nel 2010 tornai con la speranza di poter finalmente fare qualcosa per il mio paese. Vedevo nel movimento di Grillo il possibile cambiamento, la spinta a riformare un paese vecchio, ostaggio di una casta che va da destra a sinistra e tocca in modo trasversale tutta la societa' italiana: i sindacati, i partiti...
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