Farage non è entrato nel parlamento inglese. Fin qui nulla di eclatante se non che sembrava che questo signore dovesse qualche mese fa minacciare gli equilibri di governo inglesi. Il suo amico Grillo con cui ha stretto una farlocca alleanza a Bruxelles pur di creare un gruppo al parlamento europeo, aveva profetizzato la scomparsa elettorale dei tories inglesi di fronte all'avanzata del ciclone euroscettico Farage. Si è visto come è andata: l'Ukip di Farage ha ottenuto un solo seggio pur avendo conseguito il 12% dei voti, a causa del sistema maggioritario inglese. Discreto risultato ma ben lontano dal costituire una minaccia per i conservatori. Gli elettori britannici hanno emesso il loro verdetto e Farage, e non solo,si è dimesso senza accampare troppe scuse. Che differenza con l'Italia dove nessuno se ne va e nessuno perde....Vedremo come andrà alle regionali il M5S; Grillo, in ogni caso, non dimentichi il comportamento del suo amico Farage.
Guardando oggi alla situazione politica del paese e ai suoi protagonisti vengono in mente i nani e le ballerine del circo. Un coacervo di partiti e movimenti senza idee, nè valori programmatici, nè programmi convincenti. Il nulla. Tanto da far rimpiangere i politici di vecchia scuola e la politica di qualche decennio fa che, magari, qualche valore lo aveva. Il problema è che anche chi nei partiti si oppone ed è contrario alla linea ufficiale alla fine non ha il coraggio o la forza di proporre qualcosa di alternativo. Eppure nel vuoto dell'oggi ci sarebbe una prateria disponibile. Purtroppo nel Pd come nel M5S o in Forza Italia i dissidenti non hanno abbastanza carisma e al dunque si appiattiscono, spesso per mera convenienza, sulle posizioni dominanti legittimando di fatto lo status quo, incapaci di arrivare ad uno strappo con quel sistema dal quale comunque traggono indirettamente una qualche forma di legittimazione e riconoscimento. Oggi non c'è spazio per il carisma,...
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