Passa ai contenuti principali

Nota di Marco Milioni sul caso Altivole

Sabato, 23 maggio 2015

Caso Altivole, negata la sala pubblica per la presentazione di 'Strade morte', la nota di uno degli autori del libro

Negare uno spazio pubblico per la presentazione di un libro è una cosa grave. Che il diniego arrivi per la concomitanza più o meno prossima di una scadenza elettorale è ancor più grave. Che tale condotta sia addirittura benedetta dalla prefettura è così grave da risultare perversamente ridicolo. Soprattutto perché tutto ciò è accaduto non in qualche landa sperduta nel mondo. Tutto ciò è accaduto nel civilissimo, almeno a parole, Nordest: ad Altivole, nel Trevigiano.

Che cosa diavolo contiene il libro "Strade morte" (chi scrive è tra i quattro autori) da risultare tanto pericoloso? Parlare di grandi opere venete alla luce dei recenti scandali, poco prima delle elezioni, è sbagliato? O qualcuno si augura che l'elettore venga a conoscenza di quache dettaglio ben dopo il voto, in modo che possa recarsi al seggio pasciuto di chiacchiere e digiuno di notizie, magari scomode, ma vitali per il suo futuro? Il fatto che Altivole sia uno dei luoghi più colpiti dal passaggio dalla Pedemontana veneta ha attinenza con quanto accaduto? Ed è vero, come si vocifera in paese, che qualche ex importante amministratore o amministratore del comprensorio, oggi candidato in regione, abbia fatto pressioni varie affinché la presentazione del libro fosse rinviata?

E c'è un'altra stranezza. L'amministrazione di Altivole, almeno culturalmente, orbita nella galassia della Lega. Una forza politica che anni fa accusava le prefetture di essere il braccio armato del governo centrale nei produttivi territori del nord bisognosi di secessione. Acqua ne è passata sotto i ponti giacché l'amministrazione interpella, non si sa bene a che titolo la prefettura. La quale, non si sa bene a che titolo, fornisce un consulto senza valore ordinatorio, che viene preso a pretesto per negare uno spazio correttamente richiesto. Da giornalista, vicentino acquisito da anni, non ho memoria di un fatto del genere. Ovviamente della cosa sono stati informati a mezzo esposto, tra gli altri, il ministero degli Interni nonché l'Ordine dei giornalisti del Veneto. Esposto che mi riservo di integrare.

Ma al di là degli aspetti formali della vicenda mi rimane un cruccio sui motivi veri che abbiano spinto l'amministrazione guidata dal sindaco Sergio Baldin a dire no alla serata. Interpellato da la Tribuna di Treviso il primo cittadino si è espresso così: «Vi sono regolamenti che prevedono di informare il prefetto di appuntamenti che si tengono durante la campagna elettorale se si ritiene che questi in qualche modo possano entrare nel merito. Su quello richiesto da Gatto, essendo chiaro il tema del libro e dell'incontro, abbiamo sottoposto la questione al prefetto, che ha dato il suo parere sull'opportunità di tenerlo in questi giorni». Abbiamo scoperto l'arcano quindi. A terrorizzare il sindco non sono gli sperperi, gli scandali, gli arresti, il marcio di una classe dirigente veneta che mai così si era vergognata. No, a spaventarlo è la paura della sintassi contenuta del libro, probabilmente troppo ostica per lui perché corretta. Io avevo pensato di regalargli una copia di 'Strade morte'. E lo farò; ma non prima d'avergli donato un sussidiario delle medie. Così potrà familiarizzare con la grammatica italiana. Quella sì che è una brutta bestia, altro che Pedemontana.

Marco Milioni, coautore del libro 'Strade morte'

Commenti

Post popolari in questo blog

#Zonindimettiti

Il rompiscatole torna dopo una lunga pausa. In questo momento il tema caldo per il nostro territorio è lo scandalo relativo alla Banca Popolare di Vicenza e a Veneto Banca. 200.000 azionisti rischiano perdite colossali. In Veneto Banca hanno almeno iniziato a fare pulizia. Via Consoli,via Trinca, via il vecchio cda (anche se Consoli aveva provato a fare resistenza). Cosa aspettano a Vicenza a cacciare Zonin e l'intero cda, reo di tante nedandezze? La azione B.P.VI.valeva 62 euro. Dopo la quotazione se ne varrà 15 gli azionisti potranno baciarsi le mani. Perdita secca di almeno 47 euro ad azione ovvvero meno 75%. Gli azionisti della Popolare di Vicenza sono 126.000. Quanto denaro frutto anche dei risparmi delle nostre famiglie andrà in fumo? Non meno di 2 miliardi di euro equivalenti a una perdita ipotizzabile di circa 25.000 euro ad azionista. Per questo dico #Zonindimettiti . E con lui, ripeto, tutto il cda a partire da Zigliotto, presidente di Confindustria di Vicenza. E...

La amara verità sulla Superstrada Pedemontana Veneta

Sui media sono apparsi in questi giorni varie notizie riguardanti la SPV. Il commissario per la costruzione della superstrada Vernizzi ha convocato la stampa per rispondere alle 70 contestazioni avanzate dalla Corte dei Conti sulla discussa opera. Tra i tanti dati presentati dal commissario  uno macroscopico  balza all’occhio : una opera delle dimensioni della SPV, il cui costo è già incrementato di oltre 400 milioni rispetto al progetto originale presentato, non ha il closing finanziario ovvero non ha ancora i finanziamenti necessari per la realizzazione. E’ come se una persona iniziasse a fare una casa senza sapere dove e soprattutto se troverà i soldi. Ma qui non si tratta di una casa ma della piu’ grande opera pubblica attualmente in costruzione in Veneto. Il concessionario SIS, secondo quanto affermato da Vernizzi, ha assicurato il closing entro marzo. Ma qui si fa notte fonda. I bene informati dicono che l’amministratore delegato di SIS, l’ing. Dogliani, avrebbe incar...

LETTERA AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI VICENZA CAPPELLERI

21 giugno 2016  Oggetto – Andamento e prospettive dell’inchiesta sulle responsabilità degli ex amministratori della ‘Banca Popolare di Vicenza’. Signor Procuratore, il recente suicidio del pensionato Antonio Bedin ed il riemergere sui media di notizie su vicende di un passato non troppo lontano che ebbero come protagonisti, da un lato i vertici della ‘Banca Popolare di Vicenza’ dell’epoca, ‘in primis’ il suo presidente Gianni Zonin, e dall’altro - con differenti ruoli professionali e divergenti valutazioni -  la dottoressa Cecilia Carreri ed altri magistrati, qualcuno dei quali ancora in servizio nel Palazzo di Giustizia di Vicenza, rendono indilazionabile secondo la nostra Associazione una presa di posizione pubblica, netta e precisa della Procura sull’andamento e sulle prospettive dell’inchiesta riguardante le gravi responsabilità dei precedenti amministratori della citata banca. Tale convinzione è basata sul fatto che quello di Antonio Bedin non è il prim...