Oggi il Corriere del Veneto riporta una buona notizia: "Il ministro Delrio affonda la Valdastico Nord".Il ministro afferma che la strada può andare avanti solo con il si di Trento. Che notoriamente non ne vuole sapere. Una strada che, come ben sappiamo, serve solo a prolungare la concessione della Brescia-Padova fino al 2026. Se il progetto non verrà approvato entro il 30 giugno il prolungamento della concessione salterà. E infatti il presidente di Brescia-Padova, Attilio Schneck (già presidente della provincia di Vicenza in quota lega) tuona, insieme all'assessore uscente al bilancio del Veneto, Ciambetti (Lega Nord) contro questa decisione, accusando il ministro di voler favorire Trento, ribaltando la linea seguita fin qui dal governo e le delibere del Cipe. Forse i due leghisti hanno la memoria corta e non ricordano che, da sempre, la provincia autonoma di Trento è contro questa opera autostradale voluta solo dai veneti (e da Schneck e soci in particolare) con il solo scopo di allungare la concessione della gallina dalle uova d'oro Brescia-Padova. Il no di Trento è ,speriamo, una pietra tombale sulla ennesima opera inutile e devastante. E non può essere superato in nessun modo essendo di rango costituzionale anche se Schneck e i suoi sodali se ne vorrebbero fregare costruendo al limite la strada solo fino al confine con la provincia di Trento, dimostrando una volta di piu' che l'ultimo loro interesse è quello di costruire una autostrada per collegare il Veneto con il Trentino. Il cambio di poltrona al ministero ha di fatto ridimensionato di molto la lista delle grandi opere "utili al nostro territorio". Tante erano già morte prima di nascere per problemi legati ai finanziamenti. Altre sono morte per mano del nuovo ministro meno sensibile forse ai richiami di certe lobbies.
Sui media sono apparsi in questi giorni varie notizie riguardanti la SPV. Il commissario per la costruzione della superstrada Vernizzi ha convocato la stampa per rispondere alle 70 contestazioni avanzate dalla Corte dei Conti sulla discussa opera. Tra i tanti dati presentati dal commissario uno macroscopico balza all’occhio : una opera delle dimensioni della SPV, il cui costo è già incrementato di oltre 400 milioni rispetto al progetto originale presentato, non ha il closing finanziario ovvero non ha ancora i finanziamenti necessari per la realizzazione. E’ come se una persona iniziasse a fare una casa senza sapere dove e soprattutto se troverà i soldi. Ma qui non si tratta di una casa ma della piu’ grande opera pubblica attualmente in costruzione in Veneto. Il concessionario SIS, secondo quanto affermato da Vernizzi, ha assicurato il closing entro marzo. Ma qui si fa notte fonda. I bene informati dicono che l’amministratore delegato di SIS, l’ing. Dogliani, avrebbe incaricato un
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