Il Corriere del Veneto ha pubblicato ieri in prima pagina un corsivo di Alessandro Baschieri nel quale si accende un faro potente sulla questione della democrazia interna al M5S e più nel dettaglio sulla questione della selezione dei candidati per le regionali. In uno dei passaggi più salienti si legge: «Nell'occasione è diventata un'oligarchia digitale di 2600 votanti che si
difende distribuendo colpe e responsabilità sui liberi di informarsi
eppur disinformati...». La faccenda pone interrogativi di non poco conto. Qualcuno batta un colpo...
Guardando oggi alla situazione politica del paese e ai suoi protagonisti vengono in mente i nani e le ballerine del circo. Un coacervo di partiti e movimenti senza idee, nè valori programmatici, nè programmi convincenti. Il nulla. Tanto da far rimpiangere i politici di vecchia scuola e la politica di qualche decennio fa che, magari, qualche valore lo aveva. Il problema è che anche chi nei partiti si oppone ed è contrario alla linea ufficiale alla fine non ha il coraggio o la forza di proporre qualcosa di alternativo. Eppure nel vuoto dell'oggi ci sarebbe una prateria disponibile. Purtroppo nel Pd come nel M5S o in Forza Italia i dissidenti non hanno abbastanza carisma e al dunque si appiattiscono, spesso per mera convenienza, sulle posizioni dominanti legittimando di fatto lo status quo, incapaci di arrivare ad uno strappo con quel sistema dal quale comunque traggono indirettamente una qualche forma di legittimazione e riconoscimento. Oggi non c'è spazio per il carisma,
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