Alessandro Di Battista, uno dei volti più noti del M5S affida alle colonne de Il Fatto un lungo sfogo. Ora se "il cittadino onorevole" non si sente più a suo agio tra i banchi di Montecitorio, ma preferisce tornare a battere le strade e stare come un qualsiasi cittadino tra la gente, sia coerente. Si dimetta subito. Perchè attendere il 2018? Onorevole Di Battista, non faccia insorgere il dubbio che non si dimette per difendere, pure lei, il sudato emolumento. Lo faccia e dimostri coerenza verso sé stesso, verso i suoi elettori e fan. Non rimpiangeremo il Che Guevara de noiantri.
E'duro ammetterlo ma e' per me oggi frustrante essere italiano. Una parte dei miei concittadini e'ostinatamente decisa a non cambiare. Ci ritroviamo cosi' dopo 20 allo stesso punto da cui eravamo partiti. La Dc vestita da Pd la fa ancora da padrona. Da Forlani a Mattarella, passando per tutte le false e gattopardesche svolte di questi anni (Berlusconi, Bossi, Prodi, D'Alema, Grillo) il tema di fondo e' stato sempre quello: far finta di cambiare e mantenere il potere ben saldo nelle mani dei soliti o dei loro eredi. Ero stato all' estero per circa 10 anni, stanco di un paese per vecchi dove, da quando ho coscienza politica, sento parlare di riforme. Nel 2010 tornai con la speranza di poter finalmente fare qualcosa per il mio paese. Vedevo nel movimento di Grillo il possibile cambiamento, la spinta a riformare un paese vecchio, ostaggio di una casta che va da destra a sinistra e tocca in modo trasversale tutta la societa' italiana: i sindacati, i partiti...
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