«Credo sia utile fissare alcuni concetti dopo il bailamme seguito alla recente votazione uscita da palazzo Madama in materia di libertà di stampa. La proposta di modifica uscita dal Senato, per quanto già brutta, riesce a peggiorare la legge attuale». Comincia con queste parole il corsivo di Marco Milioni pubblicato il primo di novembre su articolo21.org. Si tratta di una disamina molto puntuta sulla cornice, sempre più ristretta, nella quale viene relegato il diritto di cronaca. A leggere l'analisi di Marco Milioni, male ne esce il M5S, che si dice paladino della informazione sul web dal e dal basso, ma che poi alla prova dell'aula, scavalcando Pd e Fi a destra, opta per limitare il diritto di cronaca e di critica con un emendamento che sembra scritto da Silvio Berlusconi. Una contraddizione che Alessio Mannino su Vvox ha messo in luce il 29 ottobre con un commento che non lascia scampo ai cinque stelle.
La commissione parlamentare antimafia ha reso pubblica la lista dei cosiddetti impresentabili , cioè dei candidati sui quali pendono giudizi o addirittura condanne anche se non ancora definitive. Sono 17 in tutto: 12 del centro-destra e 5 del centro sinistra. Tra questi spicca il candidato governatore della Campania, il sindaco (anzi ex ) di Salerno, De Luca. Non intendo soffermarmi sull'aspetto legale o etico ma, a poche ore dal voto, vorrei sottolineare che De Luca è stato votato legittimamente e democraticamente sindaco di Salerno e poi sempre dagli elettori campani candidato governatore del Pd . Anche ammettendo che non tutto sia stato fatto alla luce del sole, non si può non affermare che De Luca non abbia ottenuto un largo consenso popolare da parte dei cittadini campani. A questo punto mi chiedo: se De Luca è impresentabile cosa sono i suoi elettori che pure, credo, siano a conoscenza dei gravi reati a suo carico? De Luca è rientrato nella lista non per l’ultima
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