«Credo sia utile fissare alcuni concetti dopo il bailamme seguito alla recente votazione uscita da palazzo Madama in materia di libertà di stampa. La proposta di modifica uscita dal Senato, per quanto già brutta, riesce a peggiorare la legge attuale». Comincia con queste parole il corsivo di Marco Milioni pubblicato il primo di novembre su articolo21.org. Si tratta di una disamina molto puntuta sulla cornice, sempre più ristretta, nella quale viene relegato il diritto di cronaca. A leggere l'analisi di Marco Milioni, male ne esce il M5S, che si dice paladino della informazione sul web dal e dal basso, ma che poi alla prova dell'aula, scavalcando Pd e Fi a destra, opta per limitare il diritto di cronaca e di critica con un emendamento che sembra scritto da Silvio Berlusconi. Una contraddizione che Alessio Mannino su Vvox ha messo in luce il 29 ottobre con un commento che non lascia scampo ai cinque stelle.
Guardando oggi alla situazione politica del paese e ai suoi protagonisti vengono in mente i nani e le ballerine del circo. Un coacervo di partiti e movimenti senza idee, nè valori programmatici, nè programmi convincenti. Il nulla. Tanto da far rimpiangere i politici di vecchia scuola e la politica di qualche decennio fa che, magari, qualche valore lo aveva. Il problema è che anche chi nei partiti si oppone ed è contrario alla linea ufficiale alla fine non ha il coraggio o la forza di proporre qualcosa di alternativo. Eppure nel vuoto dell'oggi ci sarebbe una prateria disponibile. Purtroppo nel Pd come nel M5S o in Forza Italia i dissidenti non hanno abbastanza carisma e al dunque si appiattiscono, spesso per mera convenienza, sulle posizioni dominanti legittimando di fatto lo status quo, incapaci di arrivare ad uno strappo con quel sistema dal quale comunque traggono indirettamente una qualche forma di legittimazione e riconoscimento. Oggi non c'è spazio per il carisma,...
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