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Il Veneto si rinnova, forse sì forse no

Avevo accolto con viva sorpresa la proposta, presentata giusto qualche settimana fa dal consigliere regionale azzurro Leo Padrin (Forza Italia). Proposta che prevedeva la introduzione di un tetto di due mandati per ogni consigliere regionale. Tale soglia, stupore nello stupore si applicava per di più in modo retroattivo.

Mi sembrava di sognare anche perché se approvata avrebbe tolto una freccia importante dalla faretra, già mezza sguarnita peraltro, di un M5S veneto mollemente avviato verso una campagna elettorale per le regionali che si annuncia modesta. Una classe politica capace di rinnovarsi dando largo ai giovani e alle facce nuove sarebbe stato il miglior viatico per chiudere questa legislatura regionale. 

Frattanto passano le settimane e i falchi di Fi cominciano a frenare e ci si mettono pure alcuni giuristi costituzionali a dire che tale norma sarebbe incostituzionale e passibile quindi di impugnazione con eventuale annullamento.

Si potrebbe facilmente bypassare la Consulta se tutti i partiti prevedessero al loro interno una norma che permettesse al massimo due mandati e tale norma fosse valida da subito. Ci sono consiglieri come Massimo Giorgetti di Verona, il quale ricopre anche la carica d'assessore, che sono già al quarto mandato. Vebt'anni in Regione non bastano? Largo ai giovani e alle facce nuove verrebbe da dire. Ma gente come Isi Coppola, Elena Donazzan, Federico Caner tanto per citare i primi che mi vengono in mente, sono concordi nel dire che hanno fatto il loro tempo?

Negli Stati Uniti il presidente può rimanere per un massimo di due mandati . È ora che anche i politici nostrani e i partiti con loro si adeguino proprio per dare un segnale di svolta e rinnovamento nella politica regionale. I sindaci possono stare in carica al massimo due mandati consecutivi. Mi auguro che alla fine le resistenze vengano vinte e che questa norma passi. 

Nel frattempo apprendo che la signora Alessandra Moretti non si dimetterà prima delle elezioni regionali da europarlamento come invece l'etichetta vorrebbe. Evidentemente, temendo di perdere, preferisce non abbandonare un ben remunerato paracadute europeo; il tutto nonostante le paginate garantite ad Ale dai suoi strombazzanti giannizzeri rotativi come il Corriere del Veneto e chi vi si muove dietro le quinte. Ma stiamo scherzando? Questa signora oltre a svolazzare da una poltrona all'altra (e i veneti dovrebbero tenerne conto, da Vicenza a Roma, da Roma a Brussels; e ora forse, da Brussels a Venezia) intende mantenere fino alla fine lo scranno europarlamentare. Forse teme di perdere qualche euro? Una così può essere una credibile candidata a governare la nostra regione?

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