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La qualità della vita


Scorrendo la classifica sulla qualità della vita in Italia mi viene qualche domanda. A cosa si riferisce esattamente la parola qualità? Ai servizi? Al verde? Al pil e consimili, ovvero ai cosiddetti fondamentali economici? Si tratta di quei numeri che spesso ci fanno dire che al nord Italia si sta meglio che al sud. Ma se allarghiamo questo concetto al mondo non può sfuggirci una riflessione: siamo sicuri che al benessere materiale corrisponda il benessere mentale? Durante uno dei miei tanti viaggi all'estero tempo fa un egiziano mi faceva osservare come in Egitto (quasi) nessuno si suicida per depressione mentre nei paesi del Nord Europa il tasso di suicidio è molto alto. Come negare questa semplice evidenza? Svezia, Finlandia, Norvegia sono al top in questa particolare classifica quando invece i paesi poveri del Sud del mondo non conoscono questo fenomeno. Come mai? Non è che dovremmo rifare queste classifiche aggiornandole sul fattori quali qualità delle relazioni umane, felicità personale o altro? Continuare a misurare la felicità in base al tuo reddito monetario o alla capacità di spesa non è corretto ed e' una misura solo quantitativa. Serve un approccio diverso, molto meno sensibile ai numeri e ai consumi e molto  più orientato a misurare la qualità vera della vita di una persona. La ricchezza non crea felicità e la statistica sulle morti per depressione ce lo dimostra. Perché non costruiamo il pil della felicità? Forse questa classifica riserverebbe delle sorprese.

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