Jacopo Berti, trentenne padovano, è il candidato governatore per il M5S alle prossime elezioni regionali di maggio. Entrato nel movimento da qualche anno, è stato capolista alle comunali a Padova nel maggio del 2014. Un capolista che raccoglie appena 147 voti alle comunali della sua città, superato da un altra persona della sua lista che risulterà poi eletta (Francesca Betto 170 voti) è un candidato da poco, anzi da nulla. Forse piu' che le sue qualità e capacità, ha valso la sua vicinanza ad uno dei "capetti" del M5S Veneto il senatore padovano Endrizzi. M5S si è condannato da solo, prima di giocare la partita, ad una sonora sconfitta. Le regionali rappresenteranno la fine di un progetto che doveva cambiare l'Italia ma è stato, alla fine dei conti, la riedizione di un partito padronale, che il nostro paese ben conosce. Non tutto è da buttare perchè ci sono, tra chi ha lasciato o lascerà M5S, persone capaci e oneste, in grado di riproporre, su scale locale e nazionale, i valori e i principi, condivisibili, del movimento lanciato da Grillo nel 2009. Nessuno rimpiangerà un Berti o un Endrizzi qualsiasi. Tipi che dovevano essere diversi dai politici e invece li hanno imitati, come tanti loro colleghi, in peggio. Come pensa di finanziare il movimento la campagna elettorale per le regionali? Con i banchetti? Con le donazioni? Ci sarà un limite per le donazioni? Mi è giunta voce che lo "staff" del movimento ha informato che non saranno posti limiti per le donazioni. Quindi Berti è disponibile ad accettare consistenti finanziamenti provenienti magari da imprenditori che vogliono grandi opere o la cementificazione del territorio o l'acqua privata? Non è una contraddizione che un movimento che è contro il sistema possa accettare finanziamenti da privati senza porre dei limiti, diventando di fatto condizionabile?
Guardando oggi alla situazione politica del paese e ai suoi protagonisti vengono in mente i nani e le ballerine del circo. Un coacervo di partiti e movimenti senza idee, nè valori programmatici, nè programmi convincenti. Il nulla. Tanto da far rimpiangere i politici di vecchia scuola e la politica di qualche decennio fa che, magari, qualche valore lo aveva. Il problema è che anche chi nei partiti si oppone ed è contrario alla linea ufficiale alla fine non ha il coraggio o la forza di proporre qualcosa di alternativo. Eppure nel vuoto dell'oggi ci sarebbe una prateria disponibile. Purtroppo nel Pd come nel M5S o in Forza Italia i dissidenti non hanno abbastanza carisma e al dunque si appiattiscono, spesso per mera convenienza, sulle posizioni dominanti legittimando di fatto lo status quo, incapaci di arrivare ad uno strappo con quel sistema dal quale comunque traggono indirettamente una qualche forma di legittimazione e riconoscimento. Oggi non c'è spazio per il carisma,...
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