Renzi gioca in questi giorni una partita doppia: presidente della Repubblica e legge elettorale. Sulla legge elettorale il premier racconta delle balle belle e buone: con l'Italicum poco o nulla cambierà rispetto al porcellum. I capilista saranno bloccati e per effetto delle pluricandidature ci ritroveremo i (soliti) noti nominati dai vertici dei partiti in Parlamento. Circa la metà dei prossimi deputati saranno nuovamente nominati ,rendendo la legge molto simile alla precedente e di fatto suscettibile di nuove impugnazioni di fronte alla Corte Costituzionale. Perchè allora Renzi insiste su questo? Per fare un favore all'alleato Berlusconi che non accetterebbe mai di non potere nominare deputati di (sua) fiducia. Se la legge prevedesse le preferenze al 100%, magari con un sistema di piccoli collegi uninominali, i nominatori ( Berlusconi e Renzi) in primis perderebbero il potere di interdizione. Una legge pessima che di fatto cambia poco rispetto alla precedente. Berlusconi ricevuto questo favore accetta il premio alla lista e non alla coalizione, sancendo di fatto la sconfitta della destra alle prossime elezioni. Ma a questo punto all'ex-cavaliere basta avere un drappello di 90-100 fedelissimi(nominati) in parlamento per difendere gli interessi delle sue aziende. Questa partita si intreccia con quella del Quirinale. Renzi non tratta il nome del successore con la minoranza recalcitrante del suo partito, ma con Berlusconi. Numeri alla mano il Pd potrebbe tra parlamentari e grandi elettori eleggere da solo il nuovo capo dello Stato. Invece il premier preferisce dialogare con la destra, bypassando la parte del suo partito che è contraria alla sua politica. La partita doppia dimostra, ove ve ne fosse ancora bisogno, che il destino di Renzi e Berlusconi sono indissolubilmente legati. Il premier è politicamente parlando, il figlio dell'ex-cavaliere. Per questo Renzi va assolutamente fermato perchè lui e il suo gruppo rappresentano la continuità di un sistema di potere che non vuole cedere il comando, continuando a perpetrare le solite politiche. "Tutto cambia, affinchè nulla cambi" ricordate il Gattopardo?
Il rompiscatole torna dopo una lunga pausa. In questo momento il tema caldo per il nostro territorio è lo scandalo relativo alla Banca Popolare di Vicenza e a Veneto Banca. 200.000 azionisti rischiano perdite colossali. In Veneto Banca hanno almeno iniziato a fare pulizia. Via Consoli,via Trinca, via il vecchio cda (anche se Consoli aveva provato a fare resistenza). Cosa aspettano a Vicenza a cacciare Zonin e l'intero cda, reo di tante nedandezze? La azione B.P.VI.valeva 62 euro. Dopo la quotazione se ne varrà 15 gli azionisti potranno baciarsi le mani. Perdita secca di almeno 47 euro ad azione ovvvero meno 75%. Gli azionisti della Popolare di Vicenza sono 126.000. Quanto denaro frutto anche dei risparmi delle nostre famiglie andrà in fumo? Non meno di 2 miliardi di euro equivalenti a una perdita ipotizzabile di circa 25.000 euro ad azionista. Per questo dico #Zonindimettiti . E con lui, ripeto, tutto il cda a partire da Zigliotto, presidente di Confindustria di Vicenza. E...
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